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Successo dell'evento sulla Dama con l'ermellino a San Romano

Con un ottimo riscontro di pubblico è andato in archivio il secondo dei quattro incontri culturali promossi da Arco di Castruccio e coordinati dall'ex direttore degli Uffizi Antonio Natali, in programma sabato 1 aprile al Santuario della Madonna di San Romano.

Dopo gli interventi introduttivi del coordinatore dell’Arco Marzio Gabbanini e i saluti del presidente di Fondazione Cassa di Risparmio Antonio Guicciardini Salini, dell’assessore del Comune di Montopoli Alessandro Varallo e di padre Marco Sebastiani, lo storico dell’arte Andrea Baldinotti è entrato nel merito della sua lezione sulla Dama con l’ermellino e sulla ritrattistica del Genio: “Per tutta la sua vita Leonardo è stato maestro e allievo di se stesso: era pittore, regista, scienziato, uomo di corte e molto altro. Nei suoi ritratti ha sempre voluto immortalare l’anima che muove le persone”.

La Dama con l’ermellino nasconde una storia particolare: nella seconda guerra mondiale il quadro fu rubato e in alto a sinistra c’è ancora il segno del tacco di un ufficiale nazista; solo nel 1946 l’opera fu riportata a Cracovia. Ma chi era la Dama con l’ermellino? “Era Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro Duca di Milano. L’ermellino che tiene in braccio potrebbe rifarsi all’Ordine dell’Ermellino che Ludovico ricevette da Ferrante d’Aragona Re di Napoli per il sostegno che gli fornì.

Senza dimenticare che ermellino in greco si dice “galḗ” e anche questo particolare rimanderebbe al cognome di Cecilia”. Donna che ha avuto una storia non facile: in possesso di un’ottima cultura, fu promessa sposa da giovanissima con un nobile; fu però in grado di ribellarsi e a far annullare il futuro matrimonio. Nel frattempo conobbe Ludovico, col quale scoppiò un grande amore: solo che Ludovico per accordi già presi dovette sposare Beatrice d’Este, mentre Cecilia fu costretta a lasciare la corte milanese. “Leonardo – ha concluso Baldinotti – che fu molto colpito da Cecilia, la prima donna della corte di Milano, ha fissato per sempre la sua giovinezza in questo quadro”. L’incontro nel salone mediceo del convento si è avvalso anche della collaborazione dell’attore Andrea Giuntini, che ha letto il sonetto di Bernardo Bellincioni dedicato a Cecilia Gallerani.

L’incontro – in collaborazione col Centro Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo - è stato patrocinato dal Comune di San Miniato e da quello di Montopoli e si è avvalso del contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e degli altri sponsor (Chiara Cioni – Unipolsai, Bertolini Marco Costruzioni, Menichetti Cioccolato, Conad, La Patrie). Prossimo appuntamento il 12 maggio con Vincenzo Farinella con “Una flagellazione di Donatello perduta e ritrovata: problemi di iconografia”. Infine chiude Riccardo Spinelli il 9 giugno con “Oltre il visibile. Episodi figurativi nell’età medicea fra Seicento e Settecento”.

Fonte: Arco di Castruccio di Montopoli

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