Trasporto sanitario: in Consiglio regionale il punto sulla riorganizzazione
“Abbiamo voluto fare un punto organico sulla riorganizzazione del trasporto sanitario in Toscana, a seguito dell’impegno preso in Consiglio regionale, coinvolgendo l’assessorato, le associazioni di volontariato e l’Anci”. Nelle parole del presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni (Pd) la ‘ratio’ delle audizioni che si sono tenute ieri pomeriggio, giovedì 16 marzo, in Commissione.
Sono stati ascoltati il responsabile della Direzione Sanità, welfare e coesione sociale, Federico Gelli, e i rappresentanti di Anci Toscana, Misericordie della Toscana, Croce Rossa Italiana, Pubblica assistenza. In Commissione è anche approdata una mozione sull’argomento, illustrata oggi, in merito “alla necessità di rivedere tempestivamente le nuove disposizioni regionali relativamente al trasporto sanitario per i malati oncologici”, presentata dal gruppo Fratelli d’Italia con primo firmatario Alessandro Capecchi.
Gelli ha spiegato che la riorganizzazione si basa su due distinte delibere, una sul trasporto sanitario e una sul trasporto dei soggetti fragili, adottate dopo un confronto con le associazioni di volontariato nell’ottica di migliorare l’efficacia del servizio.
Per quanto riguarda il trasporto sanitario, è stata adottata la ricetta dematerializzata regionale. “Un sistema che ci ha permesso di portare a regime un percorso in modo trasparente e appropriato” ha detto Gelli. Il trasporto sanitario da garantire gratuitamente in alcune casistiche, incluso nei livelli essenziali di assistenza, richiede che il medico certifichi la sua necessità. “La modalità elettronica permette il tracciamento del percorso ed esclude elementi di poca chiarezza, in modo da garantire massima trasparenza” ha spiegato ancora il direttore.
Sul secondo provvedimento, che riguarda i soggetti in condizione di fragilità, è stato avviato un periodo di sperimentazione di sei mesi. Ad oggi, i numeri di chi vi ha fatto ricorso sono limitati ad alcune centinaia di persone. Per usufruire di questo tipo di trasporto sociale gratuito è stato fissato un tetto massimo Isee di 18 mila euro, che viene modificato a seconda del tipo di fragilità riscontrata; è stata inoltre fissata una griglia di requisiti per cui la domanda viene valutata a seconda di fattori come il fatto di vivere da solo, l’anzianità, la possibilità di poter servirsi dei mezzi pubblici o di mezzi propri ecc.. Il cittadino deve dunque munirsi dell’Isee, del certificato medico di prescrizione, di un’autodichiarazione e poi prenotarsi (sul portale o tramite Cup) per avere il voucher gratuito per la prestazione. Si tratta, ha sottolineato Gelli, di un percorso sottoposto a una sperimentazione, alla fine della quale il servizio sarà affidato alle Zone distretto e alle Società della salute, che organizzeranno i servizi con le associazioni di volontariato del territorio.
Da parte dei rappresentanti delle associazioni di volontariato è stato espresso apprezzamento per i percorsi e per una riorganizzazione “di cui si sentiva il bisogno”, soprattutto per il trasporto sanitario perché, è stato ripetuto a più voci, la ricetta elettronica garantisce l’appropriatezza della prescrizione ed evita problemi burocratici al momento del rimborso per inesattezze o altre questioni. La sperimentazione sul trasporto delle persone fragili è stata giudicata positiva, indicando già la necessità di una maggiore semplificazione e di una rete di accoglienza al servizio più capillare, per impedire che molte persone che ne avrebbero diritto rimangano escluse.
Marcello Giuntini, in rappresentanza di Anci, sottolineando la necessità di un’appropriatezza, ha ricordato anche che i servizi sono sempre più accentrati e che dunque il trasporto sociale nelle aree periferiche è un fattore importante per impedire che quelle aree si spopolino ancora di più. “Le poche richieste avute per il trasporto di persone in condizione di fragilità – ha detto – ci fanno pensare che i requisiti richiesti siano troppo severi, e questo ha come conseguenze che si torni a caricare maggiormente il trasporto sanitario, che si rinunci al servizio anche in caso di bisogno e che si sottovalutino le risorse necessarie”.
Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), che ha illustrato la sua mozione, ha ricordato che il cambiamento di organizzazione “repentino” ha provocato numerose segnalazioni da parte dei cittadini. Ha poi osservato che “ci sono criteri troppo vincolistici per poter accedere al servizio, prima garantito a tutti” e ha criticato il fatto che si ricorra all’Isee, per cui un cittadino versa una gran quantità di tasse e poi deve ripagarsi tutto.
Donatella Spadi (Pd) ha sottolineato che già prima le richieste per il trasporto sanitario erano stringenti e che l’appropriatezza è un’idea che tutti i medici devono avere. “Il sistema va oliato e sburocratizzato” ha detto, ricordando gli enormi problemi in cui incorre chi vive nelle aree periferiche della Toscana.
Secondo Federica Fratoni (Pd) l’impostazione del percorso è corretta, con il coinvolgimento delle associazioni e il passaggio di mano agli enti locali. Ha chiesto “un passaggio in più con le aziende sanitarie in modo da limare e mettere a punto alcuni punti”.
Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) ha spiegato che il governo centrale, a fronte del fatto che le Case di comunità rischiano di essere “cattedrali nel deserto”, ha deciso di rilanciare il ruolo delle farmacie sociali. “Per risparmiare e garantire un buon livello di prestazioni dobbiamo portare le cure a casa dei pazienti e non viceversa – ha aggiunto – Si è visto che questo è possibile in era di pandemia, con l’esperienza delle Usca”.
Per Vincenzo Ceccarelli (Pd) “la soluzione adottata è di appropriatezza e riporta ordine in materia”, ma è necessaria una maggiore informazione sui servizi offerti nei territori e soprattutto una maggiore semplificazione, anche perché per gli anziani il ricorso al digitale è spesso difficile.
Secondo Andrea Ulmi (Lega), vista la scarsità di volontari, sono da prendere in esame meccanismi che ottimizzino i rapporti con i medici.
Il presidente Enrico Sostegni ha sottolineato come “si stia facendo un iter di sperimentazione in cui il confronto con Anci è imprescindibile, si dovrà attuare la coprogrammazione e coprogettazione locale ed è necessario puntare a una maggiore integrazione dei servizi”. Sostegni ha poi invitato a recuperare un numero maggiore di dati sul trasporto dei soggetti fragili, perché i numeri ridotti indicano o che non c’è bisogno o che c’è un problema di accesso al servizio. “Siamo a fianco della Giunta nel fissarsi obiettivi di appropriatezza e trasparenza – ha concluso – ma ci interessa altresì che i bisogni espressi dai cittadini toscani siano soddisfatti”.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - ufficio stampa