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Il popolo degli appalti: stipendi miseri, orari sfalsati e competenze non ricompensate

(foto gonews.it)

Un incontro al circolo Il Progresso di Montelupo domani, mercoledì 15 marzo, alle 17 per evidenziare le difficoltà di chi lavora negli appalti pubblici negli 11 comuni dell'Empolese Valdelsa. Una popolazione di lavoratori di circa 1.500 persone, ben oltre i mille dipendenti comunali assunti con regolare contratto proprio nelle stessse pubbliche amministrazioni.

Il popolo degli appalti lavora nei settori delle mense, pulizie, trasporti, educazione (asili nido) e musei, ma il loro lavoro ha retribuzioni più basse della norma, spesso a livelli inferiori del dovuto, e con poche ore settimanali, spesso sfalsate anche nella stessa giornata.

A evidenziare la contraddizione di questi lavoratori la Cgil Empolese Valdelsa, che oggi in Camera del Lavoro ha introdotto l'incontro di domani dove sono stati invitati sindaci e assessori ad ascoltare le difficoltà di queste persone, la stragrande maggioranza donne.

"Si parla di lavoro povero, dove lo stipendio a malapena supera i 700 euro, addirittura nelle mense non si arriva ai 500 - spiega Gianluca Lacoppola -. Gli appalti sono nati per abbassare i costi del lavoro, ma da tempo diciamo che servono risorse e investimenti. Altrimenti questo castello di carte è destinato a precipitare".

Donatella Galgani della Filcams spiega che, per esempio, il contratto di chi lavora nelle biblioteche, dove sono richieste qualifiche importanti, spesso è più basso di quello di una commessa in generale. "Il contratto Multiservizi o delle cooperative sociali viene applicato anche laddove ci sarebbe un contratto ad hoc, come nelle mense. Senza contare che chi lavora in questo settore a scuole chiuse non percepisce niente".

Paolo Grasso di Fp Cgil condanna con forza l'esternalizzazione: "Siamo contrari a privatizzare i servizi essenziali, ma nel momento in cui esistono come sindacati dobbiamo gestire il fenomeno. L'esempio degli operatori dei nidi è esemplare: sono sotto inquadrati, nonostante la continua formazione necessaria per svolgere questo servizio. I Comuni replicano che non hanno un soldo, ma se la situazione non cambia cominceremo con le vertenze".

Chiude Lacoppola: "Nel privato se azienda non riesce a pagare stipendi, poi chiude. Ragioniamoci prima che salti tutto, i lavoratori si cominciano a sfilare da queste logiche".

Elia Billero

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