Inchiesta Keu, archiviato l'avviso di garanzia notificato a Giani
Nell'ambito dell'inchiesta Keu, sullo smaltimento degli scarti delle concerie di Santa Croce sull'Arno, è stato notificato nel novembre scorso al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani un avviso di garanzia, seguito da richiesta di archiviazione della procura accolta qualche settimana fa dal gip. La notizia è riportata oggi dal quotidiano La Nazione sulla base di quanto riportato nei 79 faldoni dell'inchiesta. L'avviso di garanzia, per corruzione elettorale, è stato notificato al presidente della Regione il 10 novembre. Giani il 14 novembre si è presentato a rendere un interrogatorio in seguito al quale la procura ha richiesto l'archiviazione, poi accolta dal gip. La contestazione era riferita all'emendamento alla legge regionale 20/2006 relativo ai rifiuti delle concerie che il Consiglio regionale, nel maggio 2020 allora presieduto da Giani, approvò secondo l'accusa poi archiviata, "attraverso una procedura non conforme ai regolamenti" e "impedendo alle opposizioni di conoscere il contenuto prima della votazione".
Come riportato ancora sul quotidiano il presidente, durante l'interrogatorio, ha dovuto rispondere anche di due appuntamenti, tra cui una cena che risale al marzo 2020 a Santa Croce e di un altro appuntamento elettorale del luglio dello stesso anno in cui i conciatori avrebbero ottenuto la promessa della conferma di Ledo Gori come capo di gabinetto della Regione. Una nomina, come sosteneva l'accusa, che per i destinatari della promessa "costituiva la garanzia di poter proseguire nella propria attività illecita di gestione degli impianti di trattamento dei reflui". Giani al pm riferì di non essere stato a conoscenza "del contenuto di questa iniziativa per la modifica legislativa" in quanto, da presidente del Consiglio regionale il ruolo svolto era "di natura notarile" senza verifiche in merito, "non essendo il mio compito". Il presidente della Regione ha inoltre dichiarato di non sapere che gli uffici tecnici avessero già espresso "seri dubbi di costituzionalità" e che quando lo è venuto a sapere, dopo essere diventato presidente della Giunta, "presi l'iniziativa di portarlo alla revoca". Per la conferma di Ledo Gori nessuna imposizione, poiché durante la creazione dello staff ha dichiarato ancora Giani, "volevo rinnovare alcune figure ma anche assicurare la continuità amministrativa", ecco dunque le ragioni sulla conferma del capo di gabinetto, "mi disse che entro due anni sarebbe andato in pensione, quindi era una situazione ottimale per un passaggio di consegne graduale".
Nel commentare la notizia il presidente Giani ha addetto: "La mia posizione è stata valutata e archiviata ancor prima che procedesse il tutto, e quindi prendo atto del serio lavoro dei magistrati".
FDI: "Perché Giani non ha mai detto di essere finito sul registro degli indagati. È un insulto"
“Perché il Presidente della Regione Eugenio Giani non ha mai detto di essere finito nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta Keu, anche se solo per quattro giorni? Siamo felici che la sua posizione sia stata archiviata nel giro di poco, beato lui che ha potuto beneficiare di un tempo così celere per la giustizia, non è concesso a tutti i cittadini.
Perché Giani e l'assessore di riferimento Monni si sono dimenticati di fare cenno a questo fatto nonostante le numerose comunicazioni sull'inchiesta? E' un insulto al Consiglio regionale. Hanno omesso una informazione che non doveva essere celata in questo modo considerando la gravità delle imputazioni giudiziarie presenti nell'inchiesta.
La maggioranza si è sempre detta totalmente trasparante su questi fatti, ma ha puntualmente omesso il fatto che il governatore fosse finito nel registro degli indagati. A breve depositeremo una interrogazione per chiedere al Presidente della Regione se quanto scritto dalla stampa sia vero e perché non abbia ritenuto opportuno riferire della sua iscrizione nel registro degli indagati al Consiglio regionale” lo dichiarano il capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano Francesco Torselli, assieme ai consiglieri regionali Vittorio Fantozzi, Alessandro Capecchi e Gabriele Veneri.