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Empoli 2024: il Pd fra Barsottini e Mantellassi, incognita Questa è Empoli
Chiudiamo il viaggio nel futuro in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno con la maggioranza, ovvero Pd e Questa è Empoli (leggi gli altri focus su sinistra-M5S-comitati, centrodestra e terzo polo).
Per il partito più importante presente sul territorio, il 2024 è qualcosa di più di un appuntamento elettorale. E’ un vero e proprio momento di svolta, l’anno nel quale la persona che ha fatto da trave portante alla vita politica locale per almeno dieci anni lascerà per altri incarichi.
E Brenda Barnini è stata una sindaca che lascerà un segno in città. Sicuramente da un punto di vista strutturale come testimoniano le tante opere pubbliche che durante il suo mandato sono state progettate, messe in cantiere e realizzate, ma anche in generale dal punto di vista politico viste le indubbie capacità dimostrate durante i suoi due mandati.
Dato - per ora - a Brenda quel che è di Brenda ed augurandole un’importante carriera politica quando lascerà Empoli, restiamo alla nostra città con la domanda delle domande: chi è cresciuto nel giardino del Pd alla sua ombra in questi dieci anni tanto da essere in grado di raccogliere un testimone così pesante?
Fra le nuove leve i nomi che a chiunque vengono in mente sono due: Fabio Barsottini e Alessio Mantellassi. Il primo è sembrato il designato nel 2019 viste le cariche importanti che ha (vice sindaco e assessore, fra le altre deleghe, a urbanistica e lavori pubblici) mentre il secondo, sulla sua poltrona di presidente del Consiglio comunale, sta facendo un percorso diverso ma ugualmente importante per porre in modo autorevole la propria candidatura.
Mantellassi, dalla sua, ha anche il fatto che non ha ancora ricoperto alcun ruolo amministrativo diversamente da Barsottini che, dopo dieci anni di assessorato, se continuerà e fare politica a Empoli non potrà che fare il candidato a sindaco, a meno di deroghe al regolamento interno del partito.
Difficile pensare che si mettano due ragazzi così giovani, oltretutto amici, in competizione con le primarie e quindi resta da capire come si arriverà alla scelta finale, se davvero saranno solo loro due in corsa.
Dire chi dei due ha più possibilità è al momento inutile ed anche stupido. Si tratta infatti di due giovani che stanno crescendo con gli anni e che quindi possono ambire a un ruolo così importante e ora ancora più delicato visto chi li ha preceduti.
Ovviamente da considerare anche la possibilità che il nodo non venga sciolto e che si decida di puntare su altri profili. I nomi non mancano ed anche il precedente.
Correva l’anno 1995 quando, seppur in un mondo diverso e con un partito decisamente più forte, dal dualismo Damasco Morelli-Romano Nanni, spuntò dal cilindro il terzo nome, quello di Vittorio Bugli. Succederà ancora?
Sul fronte dell’attuale maggioranza si apre poi un’altra questione molto importante in ottica 2024: il futuro di Questa è Empoli, la lista che, numeri alla mano, ha evitato alla Barnini il ballottaggio. Tradotto in numeri 3391 voti e 14,4% nel 2019, quel famoso voto moderato intercettato in modo importante e tolto alla coalizione di centro-destra.
Rispetto a quando Barnini ebbe l’intuizione di dare una casa ai moderati che non si riconoscevano né nel Pd né nel centrodestra, il mondo è cambiato. La lista non è più una novità, la Barnini a tirare il gruppo non c’è più, personaggi di punta come Lorenzo Ancillotti e Andrea Faraoni non ci saranno nel 2024, Antonio Ponzo Pellegrini è con Azione, i problemi interni non sono mancati con l’uscita non certo soft del presidente Marco Castellari.
Insomma, cosa sarà di questa è Empoli affidata al momento alla presidente Alessia Corradini, rappresentata in giunta da Antonio Ponzo, Giulia Terreni ed Adolfo Bellucci con un ruolo più tecnico che politico e in consiglio da Andrea Faraoni, Maria Cira D’Antuono, Chiara Pagni e Riccardo Fabbrizzi subentrato a Lorenzo Ancillotti? Sarà rilanciata magari puntando su un nome di peso? Come? Nascerà un altro soggetto?
Un problema che la dirigenza dovrà porsi perché trattasi di voti moderati di centro e per questo decisivi, come la storia recente insegna. E’ vero che, se fosse Mantellassi il candidato a sindaco, una parte del voto cattolico potrebbe riuscire ad intercettarlo visto che anche lui ne è espressione, ma resta pur sempre un esponente di punta del Pd e quindi non si può certo pensare che da solo lui possa bastare. Nei prossimi mesi sarà così interessante capire cosa succederà con Questa è Empoli perché può essere un passaggio molto importante per leggere il voto del prossimo anno.
Infine un’occhiata alla giunta. Si concluderanno le esperienze di Fabrizio Biuzzi dopo dieci anni e, uscendo dal recinto del Pd, di Massimo Marconcini che, oltre ad aver sempre dichiarato che questa sarebbe stata la sua ultima esperienza amministrativa, è stato comunque una scelta della Barnini.
Seppur avesse dato vita nel 2019 alla lista Radici e Futuro che non ha avuto né consiglieri né alcun seguito è infatti entrato nella squadra di governo senza alcuna bandiera e senza passare dalle urne e chiuderà così con la sindaca il secondo impegno in giunta (il primo fu con Vittorio Bugli dal ‘95 al ‘99 come assessore in una legislatura che allora durava quattro anni e dal ‘99 al 2004 come vicesindaco) della sua lunga carriera politica empolese. Discorso diverso, infine, per Valentina Torrini che potrà continuare il suo percorso amministrativo visto che è al suo primo mandato.
Per la dirigenza del Pd, con in testa Jacopo Mazzantini segretario della federazione, Lorenzo Cei di Empoli oltre ovviamente a Brenda Barnini, il lavoro non manca. I tempi sono ancora abbastanza lunghi. C’è infatti il passaggio delle primarie per l’elezione del segretario nazionale, poi il Dem Festival il cui parco ospiti e relativo dibattito sarà da seguire con attenzione e, dopo questi momenti, è pensabile che si cominci anche a stringere sul 2024 per dare una risposta alla famosa domanda: chi è cresciuto nel giardino del Pd all’ombra della Barnini in questi dieci anni tanto da essere in grado di raccoglierne il testimone?
Marco Mainardi