Il calcio anni '90 rivive grazie a Tacchettee, la storia di due giovani imprenditori della Valdera
Cosa si prova a vedere le proprie idee e le proprie passioni diventare abbigliamento che la gente compra in tutto il mondo?
Lo abbiamo chiesto a Marco Fatticcioni e Lorenzo Crecchi, i due trentenni della provincia di Pisa che si sono inventati Tacchettee, una marca di abbigliamento conosciuta e amata dagli appassionati di calcio e di cultura pop anni 90.
“È sicuramente una bella soddisfazione – hanno spiegato -. C’è stata una prima volta per tutto: il primo tag sulla una storia di uno sconosciuto, la meraviglia negli occhi quando ti imbatti nella prima t-shirt indossata in giro, o ancora sorrisi quando ai concerti sai già che ne troverai diverse”.
La storia di Tacchettee è ancora all’inizio, è nata neanche cinque anni fa, nell’estate 2018.
Fatticcioni, di Capannoli e Crecchi, di Santo Pietro Belvedere, hanno 33 anni e sono amici da una vita: scuole superiori insieme, calcetto, università. Il primo è il grafico, quello che disegna, l’altro è l’esperto di marketing: “Insieme ci completiamo”.
Tra un anno e l’altro le loro passioni si sono trasformate in Tacchettee, un'etichetta che, come spiegano i due “celebra le mille sfumature tra cultura pop, arte e quello che per molti è considerato il gioco più bello del mondo”.
“Abbiamo iniziato quasi per gioco nel 2018. Lorenzo, in un chiosco di t-shirt a Lisbona, Marco a casa in Toscana in una giornata piovosa passata a disegnare. Allora ecco per gioco le prime tre illustrazioni: nasce Tacchettee, uno slang improbabile e leciti dubbi sulla pronuncia. Tacchettee è stata la prima etichetta a cavalcare quell’ondata revival, i primi a proporre grafiche che rimandassero agli anni ‘90, il periodo d’oro del calcio italiano”.
Un dato per far capire i lettori: tra il 1990 e il 2000 le squadre italiane hanno vinto 13 coppe europee. Dal 2000 a oggi? Quattro. Ecco perché quello è stato un periodo magico, irripetibile.
Tacchettee racconta quelle storie marchiate a fuoco nell’immaginario collettivo degli italiani e non solo. E dietro a questa idea, appunto, ci sono loro, Marco e Lorenzo: “Siamo fortunati. Tacchettee deve il proprio nome alla crasi tra tacchetti (quelli degli scarpini da calcio) e la “tee” di t-shirt. Abbiamo avuto un approccio punk, da totali autodidatti. In qualche settimana abbiamo fatto una sgangherata vetrinetta e siamo andati online. Col tempo abbiamo imparato un sacco di cose”.
Il primo ordine è arrivato da Parma, la città dove forse si è vissuto la storia più incredibile di quegli anni: dalla Serie B alla vittoria di tre coppe europee. Quell’ordine riguardava l’attaccante simbolo: Hernan Crespo.
Le loro magliette, felpe ma ora anche calzini, adesivi, maglioni prendono dei simboli di quel periodo e li consegnano agli appassionati, stampati o cuciti.
Una formula tanto semplice quanto vincente: “Il progetto Tacchettee ci è esploso tra le mani durante la pandemia, nel 2020. Gli ordini sono aumentati a dismisura. In poco siamo passati da casa di Lorenzo a un garage fino allo stabile dove siamo adesso”. L’attuale laboratorio-officina è nella zona industriale di Gello, a Pontedera: “Eravamo noi due, attualmente siamo in sei”. Gli ordini arrivano anche dall'Empoli Fc, che ha voluto celebrare con delle maglie le gesta di Vannucchi e Di Natale.
Sui social vanno forte, sono seguitissimi e su Instagram hanno 45mila follower. Gli ordini non arrivano solo dall’Italia: “No, andiamo bene in Giappone, dove abbiamo da qualche anno una distribuzione dedicata e in Medio Oriente. Essendo un brand digitalmente nativo, lavoriamo benissimo online col cliente finale – la qualità dei prodotti e la produzione interna, oltre che alla passione che ci mettiamo – hanno contribuito a creare una community di veri e propri appassionati sempre presenti ad ogni nuovo lancio di prodotti. Ci piacerebbe poi crescere nella parte con i rivenditori”.
Di questo successo hanno detto: “Abbiamo avuto l’intuizione di creare qualcosa che prima non esisteva. Forse complici una serie di fattori come il revival per brand come Sergio Tacchini, Ellesse, Kappa, Diadora, l’esplosione definitiva di quella che allora era una scena musicale indie e non per ultimo, per l’ondata nostalgica legata al calcio degli anni ’90. Altra cosa fondamentale: pensiamo ai prodotti come qualcosa da indossare e non da vendere. Ci sono persone con all’attivo 20 e passa ordini, segno che la qualità c’è”.
E per il futuro a breve e lungo termine cosa vi aspettate?
“Ci attende un’uscita dalla stagione invernale intensa ed un calendario davvero fitto di lanci di nuovi prodotti e collaborazioni prestigiose. Vogliamo poi essere più presenti con eventi fisici”.
René Pierotti