Nuovo 'antico' stemma di Barberino Tavarnelle: la storia raccontata da Barbero
Una mostra documentaria a Palazzo Malaspina, una pubblicazione curata da due storici Giulio Cretti, Paolo Pirillo e dalla storica dell’Arte Elisa Paoli e un incontro pubblico ripercorreranno in più occasioni la storia del nuovo stemma di Barberino Tavarnelle. Le iniziative offrono diverse opportunità culturali di alto profilo che condensano l’attività di informazione, comunicazione e valorizzazione del percorso storico-scientifico, voluto e promosso dal Comune di Barberino Tavarnelle.
L’indagine sulla storia dello stemma che oggi contraddistingue il Comune di Barberino Tavarnelle è stata voluta dalla Giunta Baroncelli. All’indomani della riunificazione delle amministrazioni comunali di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa, ufficializzata nel 2019 si è posto, tra gli altri, il tema dell’adozione di un nuovo stemma per il quale il sindaco ha mobilitato fin da subito due storici e una storica dell’arte. L’équipe ha iniziato le indagini sia sui secoli precedenti, sia su quelli successivi alla più antica rappresentazione dello stemma di San Donato-Barberino, riprodotta su una parete esterna del Tabernacolo dei Giustiziati di Benozzo Gozzoli costruito alla metà del Quattrocento vicino al torrente Agliena oggi all’interno della chiesa sconsacrata dei Santi Tommaso e Prospero vicina al Palazzo Pretorio di Certaldo. Si tratta di un leone rampante azzurro con il giglio rosso, simbolo dell’avvenuta fiorentinizzazione, che rappresentava inizialmente la comunità di San Donato e poi l’omonima podesteria il cui centro direzionale era divenuto Barberino. L’immagine felina avrebbe subìto notevoli variazioni nel corso dei secoli successivi fino a divenire un gatto e una gatta al momento della separazione dei due Comuni quando ormai l’abitato di Tavarnelle aveva raggiunto una dimensione e un’importanza mai avute in precedenza.
I risultati delle indagini condotte dall’équipe Cretti, Paoli, Pirillo sono stati raccolti in una pubblicazione (Edifir Edizioni, Firenze 2022) finanziata dall’amministrazione comunale. Il volume sarà presentato mercoledì 15 febbraio alle ore 17.30 da Alessandro Barbero (Università del Piemonte Orientale) alla presenza degli autori presso il Teatro della Società Filarmonica di San Donato in Poggio e del sindaco David Baroncelli. Ad aver avuto un ruolo significativo nella raffigurazione dello stemma contemporaneo è il maestro Sergio Nardoni, uno dei più rilevanti protagonisti dell’arte figurativa contemporanea, che ha realizzato lo stemma pittorico.
In un primo appuntamento, previsto per sabato 11 febbraio alle ore 17,30 verrà inaugurata la mostra documentaria ospitata al piano superiore del Palazzo Malaspina di San Donato in Poggio alla presenza del sindaco David Baroncelli e dei membri dell’équipe di ricerca e del curatore dell’immagine coordinata dell’ente Daniele Madio che accompagneranno il pubblico in una visita guidata dopo il taglio del nastro. La mostra espone una ventina di pannelli descrittivi, corredati di testi e immagini, che ripercorrono in sintesi l’indagine storica incentrata appunto sulla storia dello stemma dal medioevo fino ai nostri giorni. I contenuti ispirati da quelli della pubblicazione, propongono un percorso di visita suddiviso in tre tappe sia cronologiche, sia geografiche, San Donato, Barberino, Tavarnelle (ad ogni sala è dedicata una località) che segnarono le tappe principali della storia del territorio e dello stemma al centro dell’intera indagine.
«Il complesso lavoro storico per il quale ringrazio Giulio Cretti, Elisa Paoli e Paolo Pirillo, – dichiara il sindaco David Baroncelli – testimonia con assoluta certezza un dato che finora riuscivamo a percepire ma senza un fondamento documentario: ovvero che il territorio di Barberino Tavarnelle nel corso dei secoli ha vissuto una forte e compatta unità territoriale. La ricostruzione storica e iconografica - continua Baroncelli - ci ha permesso di individuare un assetto stabile che si è protratto dalla fine dell’età medievale fino al 1893. Ad eccezione dell’unica parentesi dei 126 anni in cui i due enti sussistevano separatamente, il territorio era basato su un sistema coeso, un organismo articolato nei tre successivi centri di riferimento di San Donato, Barberino e Tavarnelle, che aveva fatto del leone rampante il proprio emblema di riferimento collettivo». «Sono fiero di aver partecipato in prima persona alla ricomposizione di un quadro - conclude il primo cittadino - che ha ritrovato la sua unità anche attraverso la definizione di uno stemma documentato, rappresentato e storicizzato, percorso che dedico all’amico Bruno Rinaldi e all’Assessora Marina Baretta che presero parte all’avvio della ricerca».
La mostra “Uno stemma in Comune. L'insegna della comunità di Barberino Tavarnelle (secoli XIII - XXI)”, curata dall'ufficio Cultura del Comune, sarà aperta fino al 10 aprile 2023.
Fonte: Comune di Barberino Tavarnelle - Ufficio stampa