gonews.it

Ingegnere pisano detenuto in Guinea, Zambito (PD): "Non si hanno notizie, inaccettabile"

Ylenia Zambito (foto gonews.it)

La vicenda di Fulgencio Obiang Esono approda in Parlamento con l'interrogazione della senatrice pisana Ylenia Zambito al ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale. L'ingegnere pisano è detenuto nelle carceri della Guinea Equatoriale, dopo aver subito una condanna a 58 anni e 9 mesi di carcere (nel 2020) a seguito di un mandato di cattura in relazione ad un presunto colpo di stato del dicembre 2017.

"La vicenda di Fulgencio è incredibile e non è tollerabile che non si sappia niente sulle sue condizioni e sullo stato di salute", afferma la senatrice Zambito. "In risposta a tre richieste ufficiali - spiega la parlamentare dem -, inviate tra ottobre e novembre 2018 dal Ministero all’ambasciata della Guinea Equatoriale a Roma quest’ultima, in data 25 gennaio 2019, confermava che Fulgencio era detenuto in Guinea Equatoriale in base ad un mandato di ricerca e cattura emesso da un tribunale del Paese, in relazione ad un presunto colpo di stato del 24 dicembre 2017".

"Ma nonostante altre richieste della Farnesina - prosegue -, di consentire una visita del corrispondente consolare a Fulgencio per verificare le sue condizioni di salute e di detenzione, la successiva convocazione dell’Ambasciatrice della Guinea Equatoriale a Roma presso il palazzo ministeriale, in data 5 febbraio 2019, la visita non veniva concessa. Sulle informazioni riguardanti il nostro connazionale e concittadino siamo fermi al momento della condanna del tribunale guineano equatoriale avvenuta nel 2020".

"Ho chiesto al ministro Tajani se sia a conoscenza dei fatti esposti e se non ritenga di intervenire su una situazione che vede coinvolto un cittadino italiano del quale ormai da troppo tempo non si hanno più notizie e quali iniziative, qualora ve ne siano, stia intraprendendo il Ministero affinchè vengano fatti rispettare i principi fondamentali previsti dal diritto internazionale e dalla nostra Costituzione", ha concluso Zambito.

La vicenda

Nell'interrogazione si risale ai fatti per i quali è necessario tornare al 2018 quando Objang Esono viene contattato per un’offerta di lavoro in Togo da parte di quella che all’apparenza sembra essere un'impresa francese. Al suo arrivo nella capitale Lomé, la mattina del 18 settembre 2018, Fulgencio chiama la sorella da anni residente in Italia per informarla che si sarebbe incontrato con i rappresentanti dell’azienda con la quale aveva preso contatto.

La familiare però, non vedendolo tornare nella data programmata del giorno 22 settembre 2018, si rivolge alla Questura di Pisa che successivamente fa partire le indagini. Nell'atto parlamentare si riporta che, precedentemente al contatto con la presunta società francese in Togo, il professionista pisano avrebbe partecipato sui social media ad alcune discussioni, in qualche gruppo di propri connazionali e di persone vicine alla Guinea Equatoriale, sull’operato del governo del Paese (retto dal 1979 dal presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, tuttora in carica).

Dopo l’intervento dell’ambasciata d’Italia ad Accra (Ghana) competente anche per il Togo, e di quella di Yaoundé (Camerun), competente per la Guinea Equatoriale per conoscere la sorte di Fulgencio, le autorità togolesi rendevano noto di aver arrestato Fulgencio – che viaggiava con passaporto italiano – nella città di Lomé il 19 settembre 2018, in esecuzione di un mandato d’arresto delle autorità guineane, alle quali è stato consegnato, conformemente ad un accordo di cooperazione in materia di polizia giudiziaria tra i due Stati. Non esiste invece un trattato in vigore con la Guinea Equatoriale per il trasferimento di detenuti in Italia.

Nel marzo 2019 si è avuta notizia dell’avvio di un processo a carico suo e di altri imputati per un presunto colpo di stato del dicembre 2017 e nel maggio 2020 è arrivata una condanna a 58 anni e 9 mesi di carcere.

Fonte: Ufficio Stampa

Exit mobile version