Peppe, collezionista di auto funebri d'epoca: "Tanti pregiudizi, sogno di aprire un Club"
San Valentino 2023 festa all’insegna di cioccolatini, rose rosse e… carri funebri. L’improbabile accostamento è frutto dell’iniziativa goliardica messa in atto, su Facebook Marketplace, da Giuseppe "Peppe" Vetrano: il 36enne pugliese, infatti, è un collezionista d’auto d’epoca abbastanza famoso in quel di Firenze proprio per la sua macchina più caratteristica: una Fiat 125 del’69 nera, versione auto funebre.
Nell'annuncio si legge: "A San Valentino falle un bel regalo. Stupiscila con un giro nel carro funebre. Lume di candela & fiori assicurati. Atmosfera intima e riservata". Inevitabile lo stupore sui social.
“Le mie passioni sono il metal e le auto d’epoca. L’ovvio anello di congiunzione non poteva che essere l’auto funebre” racconta il giovane fiorentino, che di professione fa il cuoco in due ristoranti nel capoluogo toscano, ma nell’animo è un collezionista di auto “eccentriche”.
“Oltre alla Fiat 125, la mia prima auto funebre e la mia preferita, ne possiedo altre cinque, senza contare uno scuolabus d’epoca, il pezzo più raro del mio già originale parco macchine. Una collezione destinata senza dubbio ad aumentare. Poi, certo, possiedo anche una Lancia Fulvia Coupé: una bella auto ma abbastanza comune per i miei gusti”. L'ultimo arrivo è una Fiat 132 del '75 recuperata dalla Misericordia di Peccioli, rimasta abbandonata in un fienile per molti anni e attualmente in fase di restauro. "Una mia amica l'avava notata durante la Crazy Run e me l'aveva segnalata. Ho subito avanzato un'offerta alla Misericordia e l'ho acquistata. Tra una settimana andrò a prenderla. E' stato amore a prima vista".
L’amore per questo tipo d’auto d’epoca lo ha portato fino in Basilicata, dove nel 2017 ha comprato appunto la Fiat 125. “Appena misi le mani sul volante, capii che avevo trovato quel ‘bizzarro’ che stavo cercando a lungo, la decisione che non avevo ancora avuto il coraggio di prendere. Il viaggio di ritorno, o meglio i viaggi, furono veramente un’avventura. Il primo si concluse a Salerno, perché mi si bruciò la guarnizione della testata. L’auto rimase in un’officina campana per un mese e mezzo. Il secondo tentativo fu una Via Crucis: esplose una gomma verso Cassino e la macchina venne funestata da guati di ogni sorta, ma in una giornata e qualche pit stop forzato riuscii a raggiungere Firenze. Forse avevo sottovalutato i rischi di un viaggio di 750 km con una macchina ferma da 30 anni”.
Con il tempo, il parco macchine d’auto funebri d’epoca si è allargato perché, come spiega Peppe, una volta che diventi conosciuto come cultore di questo tipo di veicolo, le proposte di acquisto iniziano ad arrivare. D’altronde, non è un mercato inflazionato. Anzi, sembra che gli appassionati di auto funebre – sì, Peppe non è l’unico – sembrano essere restii “a dichiararsi”.
“Ho incontrato molti pregiudizi verso queste bellissime auto, che sono fuoriserie a tutti gli effetti. Addirittura in un paio di raduni mi avevano impedito di partecipare con la mia Fiat. A Firenze, si tenne un raduno in Piazzale Michelangelo e per me rappresentava un’occasione prestigiosa per far vedere a tutti la Fiat. Purtroppo, gli organizzatori mi ribatterono che questa non era un mezzo consono all’occasione. Un vero peccato. E dire che le persone ‘comuni’ apprezzano la Fiat; anzi spesso diventa la star della serata".
Peppe, comunque, non intende arrendersi ai pregiudizi: “A ottobre, all’interno di una rassegna a Fiorenzuola d’Arda, intendo portare alcune auto funebri della mia collezione. Un’opportunità per farsi vedere e conoscere, ma soprattutto per far incontrare noi possessori di auto funebri di tutta Italia. L’idea è allestire un mini raduno, con la speranza che sia la molla per aprire e un Club dedicato a questo tipo di mezzi, visto che ancora non esiste nulla del genere all’interno delle auto storiche”.
Lo scopo del San Valentino in carro funebre, per quanto ovviamente frutto di goliardia, è proprio questo: farsi notare e far vedere che no, la sfortuna non c’entra nulla. Un’iniziativa riuscita, dal momento che le interazioni e i contatti sono stati molti sulla pagina dell’annuncio.
“Non ci deve essere vergogna nell’amare queste auto” conclude. “Spero che i collezionisti come me escano dall’ombra e che tutti insieme possiamo far rombare i nostri motori. Be’, più o meno”.
Giovanni Gaeta