Uccise 24enne in sala giochi, dopo 14 anni di carcere è rimpatriato
Mercoledì scorso, la Squadra espulsioni della Questura di Firenze ha eseguito l’espulsione dall'Italia di un albanese di 42 anni fino a quel momento detenuto presso la Casa Circondariale Mario Gozzini di Firenze, dove ha scontato una condanna a 14 anni per il reato di omicidio.
L’episodio si è verificato nel 2008 a Grosseto. Secondo le ricostruzioni del tempo la vittima, un connazionale albanese, è stata accoltellata alla gola al culmine di una lite, nei pressi di una sala giochi nel centro città.
L’aggressore è stato rintracciato poco dopo sporco di sangue dagli agenti della polizia, mentre il connazionale di 24 anni è morto a seguito della ferita riportate.
Il 42enne sarebbe uscito proprio ieri dal carcere, ma il Questore della provincia di Firenze Maurizio Auriemma, prima di tale data, a seguito dell’ottenimento del lasciapassare da parte delle Autorità consolari albanesi, ha dato esecuzione all’ordinanza della misura alternativa dell’espulsione dal territorio nazionale emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Firenze, in quanto l’uomo è ritenuto socialmente pericoloso.
Il cittadino straniero, è stato quindi accompagnato della Polizia di Stato all’aeroporto di Pisa e scortato a bordo dell’aeromobile da personale specializzato dell’Ufficio Immigrazione, fino al suo paese di origine.
Qui è stato consegnato alle autorità di polizia locali con il divieto di rientrare in Italia per i prossimi 10 anni, se non vuole finire nuovamente in carcere.
Non sempre l’avvio della procedura di espulsione si concretizza però con il rimpatrio immediato nel proprio Paese d’origine del cittadino straniero irregolare, il lavoro richiede importanti e laboriosi accertamenti ai quali devono obbligatoriamente seguire approfondite verifiche anche attraverso le Autorità estere competenti, le ambasciate e i consolati.
In buona sostanza nessuno Stato, al di là dei confini europei, accetterebbe mai di far “ri-entrare” un uomo o una donna espulsi da un’altra nazione, senza avere la certezza che siano effettivamente dei propri cittadini.
Proprio per sopperire a queste eventuali problematiche, che come anticipato ostacolano di fatto l’accompagnamento alla frontiera o il respingimento dell’irregolare, il Questore può emettere un cosiddetto decreto motivato di trattenimento nei Centri per il Rimpatrio dislocati su tutta la Penisola.
Nei giorni scorsi infatti, trovati dagli agenti delle Volanti all’interno di un bar in via Ponte alle Mosse, due cittadini tunisini di 25 e 37 anni, sprovvisti di documenti di riconoscimento e risultati non in regola con gli obblighi di soggiorno. Seguendo l’incisivo impulso del Questore alle espulsioni dei cittadini stranieri irregolari e, talvolta anche accusati di crimini commessi nel nostro Paese, l’Ufficio Immigrazione della locale Questura ha immediatamente avviato le loro procedure di allontanamento dal territorio nazionale. Ultimati gli accertamenti di rito i due sono stati accompagnati al Centro per il Rimpatrio di Roma, in attesa di essere riaccompagnati nel loro paese di origine.