Patto per la formazione nell'Empolese Valdelsa per migliorare la qualità del lavoro
Per programmare le azioni in merito alla formazione professionale, nasce un tavolo dedicato nell'Empolese Valdelsa. Una specie di cabina di regia in modo tale che tutti gli enti di categoria e le istituzioni degli 11 comuni possano agire insieme con uno scambio biunivoco con la Regione: ottenere i fondi per la formazione e restituire informazioni sull'occupazione in modo tale da correggere il tiro e procedere nel miglior modo possibile anche in futuro.
Il Patto locale su lavoro e formazione professionale è stato siglato oggi alla presenza dell'assessora regionale all'Istruzione Alessandra Nardini, dal presidente dell'Unione dei Comuni Alessio Falorni e dal sindaco di Empoli Brenda Barnini, delegata al Lavoro e alla Formazione nell'Unione. Assieme a rappresentanti di Città Metropolitana di Firenze, sindacati (Cgil, Cisl e Uil), e associazioni di categoria (Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative Toscana nord, Confesercenti, Confindustria e Legacoop).
"Programmare ora per i bisogni del futuro del nostro territorio è fondamentale, la concertazione tra assoiciazioni che sono quasi in competizione è un valore aggiunto. La competitività non si raggiunge senza una qualifica professionale", spiega Falorni.
L'assessora regionale entra nel dettaglio: "Abbiamo sbloccato quasi 54 milioni da vecchi ammortizzatori sociali in deroga, metà sono già stati assegnati. Il 19% di questi fondi va alla Città metropolitana, oltre 5 milioni. Tramite tavoli come quello costituito oggi, riusciamo a impiegare il budget su percorsi territoriali per i quali l'Empolese Valdelsa porterà le sue richieste. Il coordinamento sarà in capo alla metroCittà e poi arriverà la proposta alla Regione per usare il budget".
"Siamo in una congiuntura economica non ordinaria - ricapitola Barnini -, se prima della pandemia l'Empolese era primo in Italia per la crescita dell'export e primo in Toscana per tasso di occupazione, siamo usciti dal covid senza sconquassi. Ogni centesimo della formazione dovrà essere speso bene a vantaggio dell'occupazione".
"La centralità comunque riconosciuta alla scuola e al sistema educativo. La formazione professionale non può e non deve sostituirsi all'educazione, ma intervenire per avvicinare e indirizzare domanda e offerta di lavoro.Inoltre la formazione professionale deve agire concretamente per produrre occupazione stabile e di qualità, invertendo la tendenza in atto che vede un'offerta di lavoro fortemente precaria e a tempo determinato", aggiunge Gianluca Lacoppola di Cgil Empolese Valdelsa.
Il patto va nella direzione di continuare a mantenere la forza del distretto tramite la formazione professionale (è di pochi mesi fa la notizia della nascita dell'Its Prodigi che cavalca la formazione di ragazzi e ragazze dopo le scuole superiori creando profili di alto livello senza passare dall'università). Prima della pandemia inoltre era stato siglato il Patto dello sviluppo dell'Empolese Valdelsa in uno storico accordo tra sindacati e associazioni di categoria per lo sviluppo industriale del territorio.