Bancari espulsi, Comuni senza sportelli, boom dei "parabancari": credito, l'analisi e le proposte Fisac Cgil Toscana
In Toscana nell’ultimo anno, a conseguenza dei processi di concentrazione in atto, sono stati espulsi 2mila lavoratori bancari (di cui 1.345 solo da Mps); in 10 anni, a fronte del calo del 13% dei dipendenti delle banche tradizionali, è cresciuto del 90% il numero dei soggetti “parabancari” cioè società che acquisiscono attività e lavoratori dalla banche in riorganizzazione e applicano spesso contratti diversi da quello del credito (e Ires prevede per i prossimi 5 anni un raddoppio del numero dei lavoratori dipendenti di queste imprese, con la riduzione del 10% dei bancari propriamente detti); abbandono costante delle aree interne specialmente montane e nelle isole (26 comuni toscani non hanno sportelli bancari e diversi di questi nemmeno un bancomat). Sono alcuni contenuti dell’allarme lanciato da Daniele Quiriconi, segretario generale di Fisac Cgil Toscana, stamani al congresso del sindacato del credito e delle assicurazioni in corso presso la Camera di Commercio di Prato: “No all’abbandono dei presìdi del territorio, favorito dalla concentrazione in pochi player, e no alla ossessiva ricerca di compressione dei costi, con il prezzo pagato anche dai cittadini e dalle imprese”, ha detto Quiriconi.
Sul primo fronte, quello dei bancari espulsi, il segretario generale di Fisac Cgil Toscana ha rivendicato che i processi di concentrazione “vengano governati garantendo qualità del lavoro e servizi sul territorio per cittadini ed imprese”.
Sul secondo fronte, quello della crescita dei soggetti “parabancari” a scapito dei bancari propriamente detti, “c’è un problema: in queste imprese si applicano 4 contratti diversi spesso per analoghe lavorazioni, una specie di supermercato che espone al rischio di un vero e proprio dumping. Calano i dipendenti tradizionali, quindi calano i diritti, ma non i lavoratori che in un modo o in un altro afferiscono alle attività finanziarie. Un argomento da affrontare con maggiore attenzione”.
Sul terzo fronte, quello della desertificazione bancaria, Quiriconi ha chiesto a istituzioni e controparti di operare “un forte contrasto, nell’interesse di Comuni, cittadini, imprese”, in special modo agendo su “gruppi che hanno ripreso a macinare utili e distribuire dividendi nonostante gli inviti alla prudenza della Bce”.
Il segretario generale di Fisac Cgil Toscana, dopo aver lamentato che “le pressioni commerciali delle aziende su lavoratori e lavoratrici non sono state frenate dal protocollo del 2017”, ha poi ribadito “la necessità che la contrattazione e l’intervento fiscale consentano il recupero pieno del potere di acquisto dei lavoratori”, intervenendo “con una legge sulla rappresentanza per arrestare il fenomeno della pirateria contrattuale, che riguarda tra l’altro tutto il settore delle agenzie assicurative in appalto - grandi marchi di compagnie con agenzie gestite in franchising da privati - che spesso non applicano il contratto sottoscritto dai sindacati confederali, con pesanti penalizzazioni al personale che per l’80% è rappresentato da donne”.
Quiriconi ha toccato anche temi nazionali chiamando in causa il Governo: “I gruppi ci sfidano su processi di riforma nell’organizzazione del lavoro, talvolta in modo strumentale, sbrigativo o unilaterale. Vale per la grancassa sulla riduzione dell’orario di lavoro, tema di enorme attualità sul quale dovremmo rilanciare una sfida vera alle banche. Vale per Mps che dopo l’ultima riorganizzazione si trova alle prese con una grave giornalistica speculativa sui futuri matrimoni. Il nuovo Governo ha impresso un’accelerazione a questi processi, ma è difficile comprendere cosa voglia dire la premier Meloni quando parla di terzo polo bancario, e a cosa sia funzionale la possibile sostituzione del Dg del Mef Alessandro Rivera - titolare di tutti i dossier su Mps e uomo di raccordo con le autorità europee - chiesta a gran voce da FdI, insomma se ci sia un disegno o si sia solo una questione di posizionamento e spoil system”.
Al convegno stamani è intervenuto anche Marco Niccolai (presidente Commissione aree interne del Consiglio regionale).
Fonte: Ufficio Stampa