Due rapine nel giro di poche ore: rintracciati i due responsabili
Sono state chiuse le indagini riguardanti le rapine compiute con il volto coperto e pistola in pugno a distanza di circa tre ore l’una dell’altra la mattina del primo febbraio scorso.
I fatti
Nel primo episodio, avvenuto intorno alle ore 12.15 del primo febbraio, un individuo uomo di mezza età con indosso una mascherina, occhiali e berretto, aveva fatto ingresso all’interno della Conad di viale di Tirreno e pistola in pugno, aveva minacciato una cassiera, portando via 320 euro in contanti.
Nel secondo episodio, avvenuto in via dell’Aeroporto intorno alle ore 15.20 in danno di un centro estetico un uomo, sempre con il volto coperto da mascherina chirurgica, ha fatto ingresso all’interno del punto vendita e, dopo aver interagito con le commesse, ha estratto una pistola minacciando le stesse di consegnare l’incasso, pari a 120 euro, per poi chiuderle a chiave dall’esterno dentro un locale del negozio e darsi alla fuga.
Le indagini
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa e condotte dalla Polizia di Stato di Pisa avevano portato, già pochi giorni dopo rispetto ai fatti, a due soggetti, un uomo e una donna.
Un importante punto di partenza, infatti, per gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Pisa, diretti dal vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita, intervenuti sul posto poco dopo la commissione del fatto a seguito della segnalazione al 113, era stato una macchina vista da alcuni passanti allontanarsi a forte velocità dalla scena subito dopo il fatto: un Suv di marca imprecisata (forse francese), bicolore con targa sconosciuta, successivamente individuata dagli investigatori, attraverso l’analisi di alcune telecamere collocate in posizione strategica sulla via di fuga, in una Peugeot 5008.
Dall’ascolto di alcuni testimoni era emerso che, a bordo della stessa, era presente una donna. In particolare uno, si era avvicinato proprio all’autovettura in questione, proprio mentre la rapina era in corsa per lamentarsi con la donna a bordo, poiché la macchina era posteggiata male.
Infatti, attraverso un’analisi, svolta mediante l’incrocio di tutte le banche dati in uso alle forze dell’ordine, riguardante tutte le notizie di reato che avessero coinvolto in regione veicoli con caratteristiche simili a quelle del veicolo utilizzato dai rapinatori per la fuga, è stato possibile per gli investigatori risalire, dopo pochi giorni, ad un evento accaduto alcuni giorni prima dei fatti a Viareggio, che aveva visto quale protagonista un uomo di origine siciliana di circa mezza età, residente a Livorno, minacciare per ragioni di soldi il cognato con una pistola, per poi andare via assieme alla propria compagna, sorella della vittima, una ragazza dell’est Europa di giovane età, a bordo proprio di un Suv Peugeot bianco con tetto nero. Valutata la singolarità dell’episodio, i poliziotti della Sezione Antirapina, hanno avviato un’attività di appostamento sotto casa della coppia a Livorno, riscontrando una elevata compatibilità tra la macchina in uso ai due e quella utilizzata dal rapinatore del supermercato sul litorale pisano.
La successiva analisi del traffico di cella, messa in comparazione con le utenze dei due sospettati, aveva dato esito positivo circa la presenza dell’uomo, sul luogo delle due rapine, di via del Tirreno che di via dell’Aeroporto, nelle immediatezze dei fatti.
Sicuri della bontà della pista investigativa, i poliziotti della Squadra Mobile hanno sottoposto in visione i fascicoli fotografici dei due indiziati ai testimoni dei due episodi. Mentre i commessi del supermercato si erano dimostrati incerti sull’identità dell’uomo, mentre il signore, che era andato a lamentarsi per il “parcheggio selvaggio” con la complice che faceva il palo, ha riconosciuto senza ombra di dubbio la compagna dell’uomo in quella persona.
Con riferimento al secondo episodio, la commessa del centro estetico di via Dell’Aeroporto ha riconosciuto, senza ombra di dubbio, nel cinquantenne siciliano, l’autore della rapina a mano armata.
A quel punto, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa ha emesso un decreto di perquisizione personale e domiciliare nei confronti dei due indagati.
Nell’ambito della stessa, eseguita nel marzo scorso in una abitazione di Livorno, gli investigatori della Polizia di Stato hanno trovato, nascosta all’interno di un barattolo riposta sulla credenza della cucina dell’abitazione della coppia, una pistola -risultata poi essere una replica fedele, con tappo rimuovibile, di una pistola vera semiautomatica - altamente compatibile con le descrizioni fornite dai testimoni sull’arma del delitto, oltre ad alcuni capi di abbigliamento, indossati dall’uomo per perpetrare le due rapine, riconosciuti da una delle vittime.
Rinvio a giudizio, i reati contestati
In data di ieri, sono state dichiarate concluse dalla Procura della Repubblica di Pisa le indagini nei confronti dei due autori. In sede di rinvio a giudizio, dovranno rispondere dei reati di rapina aggravata, nel primo caso in concorso, e di rapina aggravata e sequestro di persona esclusivamente per l’uomo nel secondo. Le pene previste per questi reati vanno dai 6 ai 20 anni di reclusione per la rapina e da uno a 10 anni per sequestro di persona.