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Morte Luana D’Orazio, le motivazioni della condanna: “Produttività a discapito della sicurezza”

Luana D'Orazio

Condannati la titolare e l'amministratore dell'azienda dove la giovane mamma lavorava. I due hanno chiesto e ottenuto il patteggiamento della pena

Il giudice per le indagini preliminari di Prato ha accolto a fine ottobre il patteggiamento della pena per la titolare e l'amministratore della ditta in cui lavorava e perse la vita Luana D'Orazio.

Nelle pagine in cui è spiegata la motivazione della sentenza (per la titolare due anni di pena, per l'amministratore un anno e 6 mesi, l'accusa era omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche) si legge che appaiono "evidenti diverse manomissioni" per "massimizzare la produttività a discapito della sicurezza", il tutto in un'ottica imprenditoriale di aumentale la produzione.

Luana D'Orazio è morta il 3 maggio 2021 nel drammatico incidente sul lavoro a Prato, che sconvolse la Toscana e l'Italia: 22 anni, mamma di un bambino, rimase stritolata nell'orditoio a cui era addetta.

Il gup, dopo aver ascoltatato il consulente della procura, ha spiegato che, dopo aver manomesso i macchinari, i vantaggi di produzione erano di circa l'8% in più.

C'è anche un terzo imputato per la morte della ragazza, il manutentore che però ha scelto di essere giudicato con rito ordinario. Il processo è iniziato il 13 dicembre scorso. La prossima udienza è in programma il 22 marzo.

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