Trovati vasi etruschi in un negozio di Poppi, il sequestro della finanza
La guardia di finanza di Poppi (Arezzo) ha sequestrato alcuni reperti archeologici di origine etrusca, risalenti al periodo tra il VII e il VI secolo a.C., di probabile provenienza dall’area dell’Etruria meridionale (alto Lazio). I finanzieri li hanno scoperti nel corso di un controllo di natura amministrativa eseguito presso un esercizio commerciale del comune di Poppi: sono stati rinvenuti inizialmente 5 pezzi. A casa del titolare dell'azienda c'era un altro vaso pregiato.
Sono manufatti in ceramica e terracotta di pregiata fattura e di inestimabile valore, destinati, al tempo, all’utilizzo quotidiano, per conservare alimenti e bevande.
In particolare, si tratta di sette oggetti: due oinochoe (brocca di vino) in bucchero (tipo di ceramica nera e lucida), un oinochoe in ceramica d’impasto a bocca trilobata, un holmos (vaso su alto piede) in ceramica d’impasto rosso, un kylix (coppa per il vino) in bucchero, una olla biconica (recipiente di terracotta, destinato perlopiù alla cottura o alla conservazione dei cibi), una tazza attingitoio.
Le indagini sono state indirizzate per risalire al “fornitore” dei reperti in questione, un uomo residente nel comune di Calenzano. A casa di quest'ultimo è stato trovato l'ultimo dei pezzi ritrovati, un raro recipiente in terracotta del VI secolo a.C.
La soprintendenza di Siena-Grosseto-Arezzo ha stabilito la datazione. Per le evidenti tracce di incrostazioni terrose, di solidificazioni calcaree e, in alcuni casi, di fratture, si ritiene che possano provenire da scavi non autorizzati del sottosuolo. Le condotte illecite commesse dai due soggetti, segnalati entrambi per il reato di ricettazione di beni culturali, sono attualmente al vaglio dell’Autorità Giudiziaria. Grazie all’intervento operato, il “materiale” archeologico sarà al più presto “restituito” agli enti competenti, a beneficio dell’intera collettività.