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Mahsa Amini, l'ambasciata iraniana respinge la busta e l'appello di Castelfiorentino

Mahsa Amini, l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran ha respinto al mittente la busta inviata dallo SPI CGIL contenente un appello e delle ciocche di capelli che donne e uomini delle associazioni di Castelfiorentino avevano deciso di tagliare al termine della manifestazione che si era tenuta lo scorso 22 ottobre in difesa dei diritti delle donne iraniane.

La scelta di tagliarsi una ciocca di capelli, un gesto dal forte valore simbolico, intendeva sottolineare la netta condanna nei confronti della polizia “morale” iraniana, responsabile della morte di Mahsa Amini la cui unica colpa era di non aver indossato correttamente l’hijab (il velo che solitamente indossano le donne islamiche per coprirsi i capelli). La busta, contenente le ciocche dei capelli, era stata inviata all’Ambasciata della Repubblica Islamica nei giorni successivi la manifestazione, accompagnata da un appello in cui si leggeva che “La Città di Castelfiorentino, la sua popolazione tutta, sostiene le ragazze e le donne dell’Iran”.

Come si ricorderà, Mahsa Amini, iraniana ma di etnia curda, era stata arrestata il 13 settembre a Teheran per aver violato parzialmente questo obbligo ed era stata sottoposta, come riferito da testimoni, a violenze inaudite. Entrata in coma e trasportata d’urgenza all’ospedale, era deceduta tre giorni dopo. Dopo la sua morte (in realtà l’ultimo episodio di una lunga sequenza di violenze), ne è scaturita un’ondata di protesta in tutto il Mondo e in modo particolare in Iran, che sta proseguendo tuttora e che ormai ha coinvolto ampi strati della popolazione.

“La reazione dell’Ambasciata – osserva Nadia Meacci, segretaria SPI CGIL lega di Castelfiorentino – ci ha stupito relativamente, se si considera la brutale repressione in corso attualmente in Iran e che coinvolge non solo le donne ma anche gli uomini. Riaffermiamo il nostro pieno sostegno alle donne, agli uomini, alle ragazze e ai ragazzi dell’Iran che continuano a lottare ben sapendo di rischiare la loro vita e quella delle loro famiglie, come gli stessi giocatori dell’Iran che ai mondiali di calcio in Qatar si sono rifiutati di cantare l’inno nazionale prima della partita contro l’Inghilterra”.

Alla manifestazione del 22 ottobre scorso, promossa dalle associazioni  di volontariato, è intervenuto anche il Sindaco, Alessio Falorni.

Ad essa avevano aderito le associazioni SPI CGIL, Anpi, Prociv Arci, Auser, Amici di Castello, Avis, Avo, Senza Barriere onlus, sezione soci Coop, Geco, e tutte le forze politiche:  PD, M5S, Lega, Cittadini a Sinistra, Noi per Castello, Rifondazione Comunista.

Fonte: Comune di Castelfiorentino

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