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La Toscana vara il 'Nuovo Patto per il Lavoro' da 53,8 milioni di euro

La Toscana vara il “Nuovo Patto per il Lavoro”. Un pacchetto di 9 misure di politica attiva finalizzate a favorire l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro, oltre che nuova occupazione: dagli assegni per l’impiego ad azioni a sostegno della fase di 'start up' di impresa e voucher di conciliazione, da misure destinate a lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali a veri e propri incentivi all'occupazione. La firma del presidente Eugenio Giani, dell'assessora alla formazione e al lavoro Alessandra Nardini, delle parti sociali e soggetti presenti nella Commissione regionale permanente tripartita è giunta questa mattina nell'auditorium di Sant'Apollonia a Firenze a conclusione dell'incontro di presentazione “Il Nuovo Patto per il Lavoro della Regione Toscana, una nuova sfida per il modello toscano di politiche attive”.

Il Patto è interamente finanziato con la quota ricevuta dalla Toscana – la più significativa tra quelle assegnate alle Regioni - dei “residui storici” della cassa integrazione in deroga sbloccati negli scorsi mesi a livello nazionale e oggetto del protocollo tra Regione e Ministero del Lavoro siglato con l'allora Ministro Orlando.

Questo pacchetto di misure è stato predisposto attraverso il metodo della concertazione, ampia e approfondita, con le parti sociali regionali e i soggetti presenti nella Commissione regionale permanente tripartita (organismo di rappresentanza previsto dalla legge regionale 32/2002). Il confronto si è inoltre allargato ai territori, attraverso  tavoli provinciali che hanno visto il coinvolgimento delle parti sociali e la presenza del presidente di ciascuna Provincia.

Il Patto fa tesoro della precedente esperienza del “Piano Integrato per l’Occupazione”, si integra con Gol - Garanzia Occupabilità Lavoratori - il programma nazionale di riforma delle politiche attive, ed il Piano Nuove Competenze, previsti dal Pnrr, con il Pon “Giovani Donne e Lavoro” e con la programmazione regionale Fse+ 2021/2027, ampliando quindi i possibili strumenti di politica attiva e le tipologie di destinatari raggiungibili.

Le destinatarie e i destinatari degli strumenti previsti nel Patto sono prevalentemente persone iscritte allo stato di disoccupazione, residenti in tutto il territorio toscano, ed una particolare attenzione è stata rivolte a donne, giovani e soggetti vulnerabili, coloro che, in questa crisi, rischiano di restare ancora più indietro sul fronte occupazionale. Il piano include anche specifici interventi per alcune tipologie di occupati. La Regione punta a coinvolgere almeno 10 mila persone.

Entro la fine di dicembre sarà emanato il primo avviso che riguarderà gli incentivi per l’occupazione.

Il Patto prevede di ripartire e assegnare risorse ad ogni territorio su base provinciale, tenendo conto della situazione economica, sociale e occupazionale dei territori e dell’eventuale presenza di aree di crisi complessa e non complessa e delle aree interne, secondo un modello definito da Irpet.
Alle aree di crisi industriale complessa (Livorno e Piombino), non complessa (Massa Carrara) e regionale è stata assegnata una quota di risorse pari complessivamente al 25% dell’intero budget.

In prima battuta è previsto lo stanziamento del 50% delle risorse totali disponibili, per consentire monitoraggi e valutazioni su riparti territoriali ed efficacia delle misure. Una sorta, quindi, di prima fase di sperimentazione, durante la quale assessorato al lavoro e Commissione regionale permanente tripartita potranno mettere in campo, se necessario, eventuali correttivi, superare, implementare o introdurre altre misure, anche alla luce dell'attuazione degli strumenti previsti dal Pnrr, della nuova programmazione Fse+ 2021/2027 e del mutato scenario socio-economico.

Le misure del Nuovo Patto del Lavoro

Sono 9 le misure che saranno messe in campo attraverso il nuovo Patto:

ASSEGNO PER L’IMPIEGO
Consiste in uno sviluppo della sperimentazione regionale dell’assegno di ricollocazione. Si punta a superare la logica tipicamente competitiva dell’AdR nazionale per applicare una forma di cooperazione attiva tra servizi che punti ad un obiettivo comune: l’occupazione. Le misure possono essere erogate dai Centri per l'Impiego, da agenzie per il lavoro o agenzie formative accreditate.

CONTRIBUTI PER “START UP” DI IMPRESA
Fino a 8mila euro di contributi a fondo perduto per spese sostenute in fase di "start up" dell'impresa, per imprese da costituire o di recente costituzione sul territorio regionale. Si intendono così sostenere le spese che rientrano nelle attività di formazione, consulenza e orientamento. L'importo massimo sarà maggiorato fino a 10 mila euro in caso di lavoratrici o giovani under 40. È prevista, inoltre, la possibilità di maggiorare l’importo massimo del contributo in funzione del numero dei soci della start up, anche in caso di Workers Buyout.

VOUCHER FORMATIVI INDIVIDUALI
Contributo finalizzato a promuovere, tramite il rimborso totale o parziale delle spese di iscrizione al corso, l’accesso a percorsi di accrescimento delle competenze professionali con l’obiettivo di fuoriuscita dallo stato di disoccupazione e di miglioramento della propria posizione nel mercato del lavoro. I corsi per i quali può essere richiesto il voucher sono erogati da organismi formativi accreditati.

VOUCHER DI CONCILIAZIONE
Misure di accompagnamento ai percorsi di politica attiva, volte a favorire la conciliazione vita lavoro: voucher per l'acquisto di servizi educativi, per la cura e l'intrattenimento/sostegno di figli/e minori di 13 anni; voucher per l'acquisto di servizi per la cura e l'assistenza di figli/e in condizioni di non autosufficienza e/o disabilità certificate ai sensi della normativa vigente. Sono inoltre previsti interventi di sostegno alla mobilità geografica con un contributo forfettario sulle spese di trasporto per la frequenza di percorsi formativi o di tirocinio concordati con il Centro per l'Impiego o con i soggetti accreditati.

VOUCHER “JUST IN TIME”
Ha lo scopo di soddisfare le richieste delle lavoratrici, dei lavoratori e delle imprese che necessitano di professionalità specifiche, intervenendo tempestivamente con l'individuazione di personale che ha bisogno di colmare gap formativi oppure di diversificare o accrescere le competenze di base attraverso la partecipazione a percorsi formativi mirati e personalizzati. Diversamente dal voucher formativo, il voucher just in time viene erogato al termine di un percorso avviato attraverso la richiesta dell’impresa interessata all’assunzione e passa attraverso l’intermediazione, svolta dai Centri per l’Impiego, di domanda e offerta di lavoro. Mira pertanto a ridurre le tempistiche che intercorrono tra la manifestazione di interesse dell’impresa all’assunzione di nuovo personale, l'individuazione del soggetto da mettere in formazione, lo svolgimento del percorso formativo e l'occupabilità. Il voucher “just in time” potrà essere esteso sperimentalmente a occupate e occupati in imprese in situazioni di crisi, imprese con un programma significativo di nuove assunzioni a seguito di ampliamento o riconversione aziendale legati a nuovi investimenti, imprese che necessitano di professionalità mancanti nel mercato del lavoro individuate nell’avviso.

PERCORSI FORMATIVI BREVI FINALIZZATI ALL'OCCUPABILITÀ – MISMATCH
Interventi di formazione o di riqualificazione professionale di breve durata, rivolti a soggetti disoccupati, inoccupati ed inattivi, con lo scopo di accrescerne le competenze professionali e diminuire il disallineamento (mismatch). Un catalogo di offerta formativa di corsi brevi, in coerenza con le esigenze e le priorità delle aree territoriali.

PERCORSI FORMATIVI COLLEGATI A PROTOCOLLI TERRITORIALI
Interventi formativi rivolti a soggetti occupati, dipendenti e imprenditori, di aziende in crisi o in fase di riconversione e non occupati. Gli interventi sono attivati a seguito dei protocolli territoriali stipulati fra Regione Toscana, enti locali e parti sociali territoriali, e sono finalizzati a sostenere ambiti economici di rilievo per lo sviluppo locale ed a rilanciare aree in stato di crisi economica ed occupazionale. I percorsi formativi vengono avviati sulla base del fabbisogno formativo rilevato a livello locale.

AVVISI PER LA RICOLLOCAZIONE DI LAVORATRICI E LAVORATORI COINVOLTI IN CRISI AZIENDALI
Specifica misura di intervento a sportello destinata a lavoratrici e lavoratori coinvolti in crisi aziendali. I bandi finanzieranno progetti, a governance pubblica di Regione e Cpi, con consultazione e coinvolgimento delle parti sociali aderenti alla Commissione Regionale Permanente Tripartita che comprendono: formazione di durata variabile fino a 12 mesi nei casi di formazione con rilascio di qualifica, diploma o altro titolo; outplacement e assistenza alla ricerca attiva; tirocini; misure per l'auto-imprenditorialità comprendenti un pacchetto di servizi individuali e collettivi finalizzati all’analisi delle competenze e accompagnamento alla creazione di nuova impresa, ovvero per processi di Workers Buyout.

INCENTIVI ALL’OCCUPAZIONE
Fino a 8mila euro destinati a datori di lavoro che assumono soggetti che abbiano sottoscritto il Piano di Ricerca Intensiva (PRI) e abbiano effettivamente avviato il percorso. L'entità dell'incentivo è legata alla tipologia di contratto e al profilo della lavoratrice o del lavoratore. Una particolare maggiorazione è prevista, ad esempio, in caso di assunzione  di persone con disabilità, soggetti in situazioni di svantaggio, donne, con specifica attenzione alle vittime di violenza e di tratta. Al fine di promuovere lavoro stabile, è previsto un incentivo per le trasformazione da contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato.

Nuovo patto per il lavoro: la soddisfazione dei sindacati toscani

Gessica Beneforti, della segreteria Cgil Toscana: “La firma di questo Patto per il lavoro rappresenta un passo avanti nelle politiche attive, oltre a una straordinaria opportunità e al tempo stesso una grande responsabilità nell’obiettivo di garantire più occupazione e occupazione di maggior qualità. Oltre che nel merito, c’è anche nel metodo un elemento innovativo di grande importanza in quest’intesa: attraverso il confronto che si è svolto tra parti sociali e istituzioni locali si sono provati a cogliere i fabbisogni specifici di ogni territorio della Toscana, ognuno diverso dall’altro, a cui rispondere con le risorse a disposizione, valorizzando le differenze per superare le diseguaglianze in termini di sviluppo e accesso alle misure disponibili. Un approccio, questo, improntato alla massima equità e giustizia sociale”.

Ciro Recce, segretario generale Cisl Toscana: “Finalmente si firma il Patto per il lavoro, che ha avuto un iter di concertazione sul territorio e a livello regionale e che può dare in prospettiva buoni risultati per i lavoratori. Ci sono tante risorse a disposizione e quindi abbiamo la possibilità di fare un ottimo lavoro. Le politiche attive sono quelle che mancano realmente per il mercato del lavoro: le politiche passive funzionano, quelle attive purtroppo non hanno funzionato. Queste risorse che abbiamo a disposizione permettono di poter formare o riqualificare le persone che non hanno il lavoro o chi lo ha perso.”

Paolo Fantappiè, Segretario Generale UIL Toscana e Flavio Gambini, rappresentante UIL Toscana nella Commissione regionale tripartita – “Questo patto per il lavoro è un passo in avanti che va nella giusta direzione per ricollocare chi ha perso il lavoro. È importante che la Toscana intervenga su un tema centrale che colma un vuoto che tocca tante famiglie. Puntare su politiche attive del lavoro e formazione è la strada da percorrere per contrastare la disoccupazione e allo stesso tempo venire incontro alle esigenze delle aziende del territorio. È compito di sindacati e istituzioni mettere in campo tutti gli sforzi possibili nel sostenere il lavoro e non lasciare indietro nessuno.”

Fonte: Regione Toscana

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