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Gassificatore, il comitato di Marcignana: "Non siamo una discarica. Molte domande senza risposta"

“NO AL GASSIFICATORE DI EMPOLI” e “MARCIGNANA NON SI PIEGA” sono diventati magicamente slogan per i centinaia di striscioni che abbiamo fatto in protesta a questo progetto. Ci hanno soprannominato “gli angeli dello striscione” e noi ne andiamo fieri di tutto ciò. Questo perché da un piccolo gruppo di ragazzi abbiamo realizzato qualcosa di più grande, un qualcosa che ha fatto aprire gli occhi ad un’intera comunità. E con questo dobbiamo dire che non ci sentiamo al centro dell’attenzione, ma capaci di dare una risposta forte nei confronti della nostra amministrazione. Tutto ciò è stato dimostrato, non con parole al vento, ma con fatti.

Fatti? Si, siamo scesi in piazza a manifestare, a dire la nostra su un tema che ci riguarda da vicino. Il corteo è stato magnifico, pieno di colori e di bambini che, come sappiamo tutti, sono il nostro futuro; sì, proprio così, si tratta di tutelare il nostro e il loro futuro e tutto ciò, già di per sé, ci sembra un valido per continuare a lottare. Una manifestazione di questa portata è davvero emozionante da vedere e da descrivere, però tutto ciò non ci deve forviare dal nostro obbiettivo, questo perché siamo consapevoli che la sua bellezza fa anche tanta paura, ma non a noi , ci mancherebbe, ma a chi ci rappresenta. La classe politica non si aspettava una riposta così compatta, così ordinata, così ben strutturata. Sì, ci siamo resi conto che, come una grande famiglia, possiamo scendere in piazza e manifestare il nostro dissenso e così abbiamo fatto, uniti e con la voglia di lottare per un ideale. Questo progetto è nato “sotto banco” per così dire, all’oscuro della cittadinanza.

La campagna informativa è stata pessima e questo è stato dimostrato dai numerosi incontri svolti al Palazzetto dell’esposizione di Empoli a numero contingentato. Parlare di un investimento da quasi mezzo miliardo di euro e informare solo 120 persone, un assurdità crediamo. Tutto ciò non ci ha scoraggiato, nonostante le continue riunioni a numero chiuso come l’ultima del 29/11/22 a Marcignana: una riunione così, possiamo dirlo, non l’avevamo mai vista. Questa affermazione quasi ci fa sorridere, ma vedere due camionette della polizia davanti ad un circolo Arci è stato davvero il culmine di una serie di passi falsi. Paura? Allora forse non siamo i famosi 4 gatti che fanno chiacchiere da bar.

Durante la riunione i “nostri cittadini”, evidentemente più preparati della controparte, sono riusciti a spiazzare e, letteralmente, “distruggere” la classe politica che rappresentava il progetto. Sì, proprio loro, coloro che fin da subito hanno appoggiato il progetto e volevano nasconderlo. Mi riferisco alla Sindaca di Empoli, affiancata dall’assessora regionale; finito qui? Ah no scusa, l’amministrazione va sempre a braccetto con il proponente, cioè Alia. La presenza dell’amministratore delegato di Alia, affiancato alla classe politica, non ha fatto altro che alterare ulteriormente gli animi dei cittadini.

Questo non soltanto per la sua sfacciataggine, ma anche perché continuiamo ad interrogarci su come l’amministrazione possa essere terza e imparziale per quanto riguarda il progetto, se siede sempre a fianco degli investitori. Sono bastati pochi interventi per scaldare gli animi dei cittadini, per dimostrare che anche quella assemblea si stava dirigendo verso la “nostra” direzione e tutto ciò nonostante le numerose restrizioni che hanno impedito a moltissime persone di entrare e prendere parola all’interno dell’assemblea.

Purtroppo questa è la loro visione della parola “democrazia”. Ma di questo non ci preoccupiamo, siamo una famiglia e ci fidiamo di chi prende la parola là dentro, perché sappiamo che siamo tutti su un’ unica strada che porta ad un unico obbiettivo. Parlare di strada però mette ancora i brividi, perché l’inchiesta del Keu sulla statale regionale 429 è ancora un tema attuale, un terremoto mediatico che ha messo alla luce legami tra l’Ndrangheta ed il mondo conciario, che non si è placato a distanza di due anni. Possiamo dirlo, una pessima lente di ingrandimento per la politica che spazia da Empoli a Santa Croce. Una vicenda drammatica dove, prima di noi, il Assemblea Permanente No Keu ha dato un contributo fondamentale, una lotta con un valore inestimabile. Per questo ci sentiamo in dovere di ringraziarli anche per questa battaglia che stiamo affrontando e per il supporto che ci stanno dimostrando. L’obbiettivo, può sembrare scontato, ma fa sempre bene rimembrarlo: “non vogliamo questo progetto, né ora né mai e né altrove”.

Fondamentale, a nostro avviso, è che l’amministrazione ci proponga un ventaglio di possibilità ulteriori, più idonee per risolvere il problema dei rifiuti in concreto e in prospettiva futura. Questi eventi ci dimostrano che perseguire il proprio interesse quando si è ai vertici della politica non sempre frutta nel modo giusto; non tutto è oro quel che luccica, ricordiamocelo bene. Ricordiamo che dà qui è nata una sfiducia contro le istituzioni che ci hanno tenuto in disparte e che ancora continuano a nascondere questioni importanti. Questi segreti, però, per noi hanno un valore, un valore che si riverserà sul nostro territorio e sulla salute di tutta la comunità.

Ci hanno sempre insegnato che per vincere una battaglia dobbiamo essere più preparati, più forti, più determinati del “nemico”. La nostra forza deriva unicamente dall’informazione e dalla mobilitazione consapevole, volta a tutelare principi costituzionalmente garantiti, come la salute e l’ambiente. In tutto ciò ha svolto un ruolo eccellente, il “Comitato trasparenza per Empoli”, che sin da subito è diventato il nostro pool di informazioni preziose. Da qui ci siamo informati e abbiamo iniziato la nostra battaglia. Si, proprio da qui e non da chi ci rappresenta e chi ci dovrebbe tutelare. Le informazioni sono iniziate a circolare, anzi ci correggiamo, sono iniziati a circolare dubbi, paure e perplessità.

Proprio di questo si parla, perché fin ad ora abbiamo parlato del tutto e del nulla, non abbiamo ricevuto né dati specifici dai proponenti dar far analizzare né informazioni più precise sulle motivazioni di questa scelta. Per motivazioni non intendo la morale sul problema dei rifiuti che la Sindaca ci ha fatto più volte, ma informazioni più precise sulla drastica linea di trattamento dei rifiuti che coinvolge in primis la Regione. Il problema dei rifiuti è un problema cogente, ma è un problema che deve essere discusso e analizzato con molta attenzione.

Dobbiamo davvero dare una linea che punta al futuro, che mira ad una riduzione drastica della plastica e al coinvolgimento della popolazione. Questo, purtroppo, è un tema che per anni è stato ignorato dagli Stati e dalla Comunità Europea e questo è il risultato, ma si sa, oramai al giorno d’oggi, i rifiuti sono un business più grande della droga. La presentazione di questo progetto di gassificazione, del tutto sperimentale e con molti dubbi anche su quelli presenti a Tokyo, è sembrato e lo è tutt’ora sproporzionato rispetto al fabbisogno di smaltimento di rifiuti del lato Toscana centro.

Questo ha fatto molto riflettere e ha fatto nascere molte perplessità: questi rifiuti allora arriveranno da altre regioni? Per risanare l’investimento faranno di tutto per cercare di bruciare più spazzatura possibile?. Come vedete, dunque, sia paure sulla provenienza dei rifiuti sia sulle spietate leggi del mercato che non guardano in faccia nessuno: “sono un privato, ho investito tanti soldi e allora in qualche modo devo guadagnarci”. Lo sapete quale è il problema, è che questi lucreranno sulla nostra salute e sul nostro territorio e per “nostro territorio” non intendiamo soltanto quello marcignanese, ma anche quello di tutti i paesi limitrofi che, come noi, stanno combattendo una lotta informativa.

Altre domande ancora non hanno avuto una risposta certa: che sostanze nocive verranno rilasciate? Quanta acqua utilizzeranno per raffreddare gli impianti e da dove verrà prelevata? Perché sono già partite trattative di acquisto di terreni da parte di Zignago?. Purtroppo ancora nessuno può darci una risposta, ma siamo sicuri che loro la sanno e la insabbiano come hanno sempre fatto. La cosa ancora più scandalosa è che sono presenti delle linee guida legate alla legge Seveso 3 che ci tutelano. Sì, proprio così, c’è proprio una direttiva che ci dice che lì questo impianto non può sorgere. Questa legge prende in considerazione strutture a incidente rilevante e, guarda caso, ci rientra perfettamente il progetto di gassificazione a Empoli. Lo sapete perché? Perché ci sarà uno stoccaggio molto elevato di sostanze particolarmente pericolose come l’idrogeno e il metanolo. La Seveso 3, in base a una serie di parametri, tabelle e calcolo probabilistico, stila dei risultati basati sulle aree da tutelare e sulle varie conseguenze in caso di incidente, trattando anche del famoso effetto dominio.

Ecco, la legge parla chiaro: Marcignana si trova proprio nella fascia più elevata di tutela e, per un serie di fattori, neanche può essere preso in considerazione un impianto del genere in quella zona (Es. presenza di scuole elementari, coefficiente di abitabilità B2, vicinanza FI-PI-LI/ferrovia). Una zona che, oltretutto, è già pesantemente colpita dall’inquinamento ambientale e ha dimostrarlo sono gli aumenti vertiginosi di mortalità per malattie tumorali e polmonari, per non parlare del rischio alluvionale e di terreni che sul piano urbanistico sono nati come “esclusivamente agricoli”. Insomma, ci siamo capiti: le perplessità sono tante, forse troppe e la tragica realtà è che derivano dalla nostra classe politica. Forse dovremmo iniziare a parlare della “loro” classe politica e del “loro business”.

Questo però rende sempre più forte la nostra battaglia apartitica, un battaglia pacifica contro la trasparenza e l’informazione, un processo che darà un input per una politica “pubblica” sempre più corretta e partecipativa. La parola “pubblica” non è scelta a caso: una battaglia trasversale si sta combattendo sul fronte del tema Multiutility e tutte le problematiche ad essa connesse, che hanno destato non pochi sospetti. La nostra terra, la nostra storia, il nostro vissuto deve essere ricordato per le nostre tradizioni.

Oliveti, vigneti e colline intonse devono continuare a fare da sfondo per i nostri occhi. Le sagre, le cene paesane e l’amore per la terra sono tutto ciò che i nostri antenati ci hanno insegnato a rispettare. Non vogliano diventare la discarica della Toscana, non vogliamo vedere i nostri campi coperti dal cemento e, per dirla tutta, vogliamo continuare a sentire soltanto il profumo dei sughi preparati dalle nostre nonne. Noi siamo così, ci potete dare dei contadini, dei villani, ma noi continueremo ad esserlo e ad amare questi valori inestimabili.

Tutti insieme, verso un unico obbiettivo: Marcignana non si piega!

Comitato Marcignana non si piega

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