Rischio frane per l'86% dei comuni in Toscana: il monito di Coldiretti
In Toscana 234 comuni su 273 (86%) sono in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense. E’ quanto afferma Coldiretti Toscana in occasione della Giornata mondiale del suolo nel denunciare gli effetti del micidiale mix dei cambiamenti climatici e della sottrazione di terra fertile capace di assorbire l’acqua sulla base dei dati dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Proprio i cambiamenti climatici sono al centro dei pensieri dei toscani con 8 su 10 che si dicono molto preoccupati dei loro effetti secondo un recente sondaggio online di Coldiretti Toscana.
A questa situazione – sottolinea Coldiretti Toscana - non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%). Gli ettari destinati ad uso agricolo si sono ulteriormente ridotti tra il 2012 ed il 2020 nella nostra regione di circa 600 ettari così come le superfici naturali per circa 2.600 ettari mentre, al contrario, hanno continuato ad espandersi le aree urbane con un incremento di 3.270 ettari secondo l’Ispra per un totale di suolo consumato di 141 mila ettari pari al 6,17% dell’intera superficie regionale. Per questo – continua Coldiretti Toscana – il Paese deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.
Negli ultimi dieci anni il consumo di suolo unito al fenomeno dell’abbandono delle campagne esasperato dalla presenza degli ungulati e dei predatori ed i bassi compensi riconosciuti agli agricoltori hanno già contributo alla perdita di 105 mila quintali di prodotti agricoli per l’alimentazione dell’uomo e degli animali, aumentando il deficit produttivo del Paese e la dipendenza dall’estero. La sparizione di terra fertile non pesa peraltro solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Coldiretti Toscana – poiché dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando il rischio idrogeologico. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici con 103 eventi estremi tra il 2022 ed il 2010 in Toscana secondo il rapporto di Legambiente.
“Occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo attesa da quasi un decennio e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio. - spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana - Valutiamo positivamente la scelta del Governo di investire nella manovra sul “Fondo per il contrasto al consumo di suolo”, finanziato con 10 milioni di euro nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni di euro nel 2025 e 50 milioni di euro all’anno nel biennio 2026-2027 previsto dalla manovra. Ma sono anche necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la capacità produttiva del Paese. Gli agricoltori - conclude il Presidente di Coldiretti Toscana - sono pronti a coltivare di più in modo da difendere la capacità produttiva nazionale e la sovranità alimentare del Paese messa a rischio dalla guerra, dalla speculazione internazionale e dal clima che nella nostra regione ha causato solo questa estate, per la siccità, 260 milioni di euro di danni”.