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Premio Streghe Vampiri & Co, il miglior racconto è dell'empolese Martina Del Terra

La XII edizione del Premio Letterario Nazionale Streghe Vampiri & Co., organizzato da Giovane Holden Edizioni in collaborazione con Associazione Culturale I soliti ignoti, si archivia con 3 vincitori su 551 partecipanti e 90 finalisti.

Sabato 26 novembre la giuria presieduta dalla giornalista e scrittrice Emanuela Signorini ha decretato i vincitori.

Il Primo Premio Romanzo inedito è stato assegnato a Mario Carbone Colli (Marina di Massa – Massa-Carrara) autore di “Domitilla”. La motivazione: “Già dalle prime righe, Mario Carbone Colli ci trascina nell’Italia del 1650. Notte di Capodanno, al rintocco della mezzanotte viene al mondo una neonata: la madre prima di morire taglia il cordone ombelicale e la consegna al mondo. Le prime creature a prendersi cura di lei sono una capra e una gatta nera. Penserete: ecco, una fiaba, un mondo incantato e felice. Abbandonate questa speranza: la piccola viene salvata certo, cresce in un convento, viene vestita, nutrita e le viene dato il nome di Immacolata. Ben presto, tuttavia, gli eventi portano Imma a scappare dalla famiglia affidataria, inscenando la propria morte con l’aiuto della sua amata Rossana, la donna che vive nel cuore della foresta in compagnia di un gatto nero, che conosce le erbe e le pozioni, che viene chiamata strega, e che l’ignoranza e la gelosia della gente condanneranno a morte. Con Rossana il suo nuovo nome diventa Domitilla ma con la scomparsa del suo amore, il dolore creerà una nuova donna, un angelo vendicatore: Lisabetta. Tre donne, eppure una sola. Il romanzo di Mario Carbone Colli è fedele alla realtà, accurato, architettato con una padronanza del linguaggio e dell’argomento indiscutibile. Il lettore viene fatto immergere completamente nelle atmosfere seicentesche, e trasportato da un italiano di arcaica raffinatezza ma comprensibile, fin al cuore di una trama ben articolata che intreccia i fili bruni della Storia con quelli rosso fuoco della fantasia.”

Martina Del Terra (Empoli-Firenze) con “Cenere” ha vinto il Primo Premio Racconto inedito. La motivazione: “È un racconto di straordinaria dolcezza, e insieme tesissimo e tagliente come un pezzo di vetro, quello di Martina Del Terra, che pare quasi raccogliere su carta il contorno di un sogno. Perché tra le sue parole ci si muove piano, rimanendo incantati dalla delicatezza della scrittura – e nello stesso tempo, presi in un equilibrio di sensazioni complesso e raffinato, non si può fare meno di sentirsi in pericolo. Pericolo di infrangere, unicamente con la nostra invadente presenza di lettori curiosi, la delizia tragica di un momento che non appartiene a noi, ma di certo solo a qui due personaggi che indiscreti sentiamo scambiarsi sospiri e silenzi su un tetto, alla luce della luna, fuggiti lontani da tutto il resto. Pericolo di ritrovarci a essere delle loro nuove vittime, perché in realtà lei è una bambina vampiro, una mostruosità senza tempo, e lui è uno che per starle vicino ha riempito la sua piccola esistenza mortale di illusioni e di uccisioni, ed entrambi sanno di sangue e di terra, di morte e di dolore, di poesia e di paura, di altruismo e di spietatezza. Pericolo di riconoscere, nei tratti di quel loro amore tanto estremo da sfidare la nostra stessa capacità di comprensione, la medesima scintilla di assoluta purezza che almeno una volta ci ha fatto sognare di sfidare, sfrontati, dissennati e splendidi, anche tutti gli impossibili, e di ritrovare proprio in essa il significato più perfetto del nostro essere vivi.

 

Il Primo Premio Poesia inedita è stato assegnato a Stefania Silvestri (Nove-Vicenza) per la lirica “Vampiro”. La motivazione: “Poesia dai versi veloci come un volo di pipistrello. Veloce è, invero, il Vampiro di Stefania Silvestri. Le strofe, inanellate strettamente tra di loro, sembrano disegnare sulla pagina il fatale avvicinarsi del demone alato. Non c’è pietà in lui né pentimento, ma solo la tormentata vertigine del dannato, descritto con magistrali pennellate oscure. L’eterna ricerca di una impossibile redenzione è resa con un ritmo che toglie il respiro. Tra toni gotici di fronde perenni, notte e lame lucenti, una soltanto è la lapidaria sintesi del destino eterno del maledetto: una lacrima di sangue vivo per una goccia di vita eterna. Il confidenziale “tu”, che l’autore rivolge al suo protagonista, accorcia la distanza tra le parole e il lettore. Fino a quando la magia della poesia si compie e, attraverso una suggestione di immagini, le lame lucenti del Vampiro penetrano nel sentire profondo di chi legge, lasciandovi un oscuro tormento.”

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