Kiwi 'Made in Tuscany', pesano costi di energia e irrigazione d'estate
Produzione dei kiwi Made in Tuscany in recupero dopo il disastroso 2021 ma ad incidere pesantemente sono ora i rincari energetici e soprattutto il surplus di costi per l’irrigazione di soccorso durante i mesi estivi necessaria per salvare il raccolto che hanno quasi azzerato i margini degli agricoltori (+30%).
Al via in Toscana la raccolta dei kiwi, il frutto originario della Cina, ma di cui il nostro paese è oggi il primo produttore europeo e tra i principali mondiali con la Toscana che garantisce un importante contributo al primato con 88 ettari e superfici in leggera crescita (+9%) negli ultimi tre anni.
A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat sulla produzione di kiwi in regione con poco più di 14 mila quintali raccolti nell’ultima annata per una volume d’affari stimato tra 1,5 e 2 milioni di euro.
“La produzione di kiwi ha trovato nella nostra regione il clima adatto, condizioni ideali ed imprenditori agricoli lungimiranti che hanno saputo coltivarlo e consolidarlo negli anni. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – La siccità ha costretto le imprese agricole a ricorrere all’irrigazione di soccorso con un aumento dei costi di produzione che tra gasolio e mezzi tecnici si aggira intorno al 30% in più. Senza acqua non può esserci agricoltura ed anche un frutto come il kiwi in condizioni di stress idrico soffre. Le proiezioni, se non riusciremo ad invertire la rotta, ci portano verso uno stravolgimento climatico che avrà conseguenze sulle produzioni agricole e quindi sulle economie dei territori e sulle comunità creando ancora maggiori disuguaglianze sociali”.
La siccità di questa estate è costata all’agricoltura Made in Tuscany 260 milioni di euro di danni tra mancati raccolti e minori rese secondo le segnalazioni raccolte dalla Regione Toscana.
Le province più colpite dalla siccità estrema di questa estate sono state Siena con 101 milioni di euro di danni segnalati e Grosseto con 94 milioni di euro che da sole hanno segnalato il 75% dei danni stimati. “Il piano invasi, tema che sta affrontando il tavolo regionale voluto dal Presidente Giani e di cui facciamo parte attivamente, assume un ruolo vitale per il sistema agricolo e per i territori. – prosegue il Presidente di Coldiretti Toscana Filippi - Se la Toscana vuole preservare la sua leadership agricola ed agroalimentare restando centrale per la produzione di cibo deve accelerare nel garantire alle imprese agricole l’adeguato apporto idrico nei momenti chiave evitando dispersioni di acqua e mettendo in campo investimenti per sostenere l’agricoltura 4.0 per una produzione più competitiva e sostenibile. Sono due chiavi indispensabili per il futuro del Made in Tuscany”.
Dopo una buona fioritura in primavera, caldo asfissiante, notti tropicali ed assenza di precipitazioni hanno rallentato la maturazione dei frutti che oggi si presentano in salute ma di pezzature leggermente più piccole. Coltivazione diffusa in tutta la regione, anche se non in maniera omogenea, concentrata principalmente tra la provincia di Firenze, Pistoia e Pisa che da sole raccolgono due terzi dell’intera produzione, il kiwi, il cui nome deriva dall’uccellino simbolo della Nuova Zelanda che assomiglia proprio al frutto esotico ma senza becco, la nuova stagione sembra molto positiva sia per quantità che per qualità. La mancata produzione dello scorso anno sembra essere recuperata riportando il raccolto alle medie stagionali. Lo conferma Giovanni Pacini, titolare dell’azienda agricola Pacini di San Giuliano Terme, ai piedi dei Monti Pisani, che con i suoi sei ettari in produzione, a cui si aggiungono altri 3 nuovi, è tra i produttori più importanti della regione. Pacini produce kiwi varietà Hayward a polpa verde certificati bio in quella che è diventata la Valle dei kiwi pisana. Pacini produce tra gli 800 ed i 1.000 quintali di kiwi all’anno. “La mancanza di acqua, l’aridità del terreno ed i mancati sbalzi di temperatura non hanno facilitato la crescita del frutto. In estate siamo dovuti intervenire con l’irrigazione di soccorso. Ed è grazie a questi interventi che oggi possiamo raccogliere. – spiega Pacini – Questa produzione, così come altre, è legata alla disponibilità di acqua. La raccolta è iniziata con una settimana di ritardo. Per avere una maturazione perfetta dobbiamo aspettare i primi sbalzi termini tra giorno e notte. Solo allora possiamo raccogliere. La raccolta proseguirà per dieci-quindi giorni”.