Sequestrata società di smaltimento inerti da cava, autorizzazioni assenti
Questa mattina i carabinieri e i carabinieri forestali di Arezzo hanno eseguito un'ordinanza del Tribunale di Arezzo e sottoposto a sequestro preventivo due noti stabilimenti deputati alla prima lavorazione degli inerti da cava situati in località Casa Corneto nel Comune di Terranuova Bracciolini e in località Piandichena nel Comune di Laterina.
Le ipotesi di reato vanno dalla gestione di rifiuti speciali costituiti da terre e rocce in assenza di autorizzazione, alle emissioni diffuse in atmosfera anch’esse senza autorizzazione, alla dispersione diffusa e incontrollata di rifiuti liquidi su suolo e sottosuolo e, infine, al cambio di destinazione d’uso del suolo determinato dall’esercizio di abusivo di stabilimenti in aree agricole o comunque non compatibili con a finalità.
Il sequestro ha poi coinvolto anche una nota società operante nel Comune di Montevarchi per aver effettuato degli illeciti trasporti di rifiuti speciali verso gli stabilimenti sopra citati.
L’indagine, sviluppatasi nel periodo compreso tra marzo e aprile 2021 aveva portato alla luce l’esistenza di una intensa attività di raccolta e trattamento di rifiuti di terre e rocce destinati alla produzione di inerti per l’edilizia confluiti verso il cantiere dei lavori di realizzazione della terza corsia dell’Autostrada Firenze Sud e verso ditte edili e privati della zona da parte di due stabilimenti che operavano, rispettivamente, in assenza di qualsivoglia autorizzazione.
In particolare, lo stabilimento di Laterina insiste, secondo la prospettazione accusatoria, su superfici mai autorizzate ad ospitare un insediamento produttivo, mentre, per quanto riguarda l’insediamento di Casa Corneto, il ciclo produttivo avveniva in violazione dell’autorizzazione originariamente concessa poiché all’interno del medesimo invece di confluire terre e rocce dall’unico sito autorizzato a produrle (Cava Poggio Sud) giungevano sedimenti dallo Stabilimento di Laterina in capo alla medesima Società.
Pedinamenti, l’impiego di aeromobili a pilotaggio remoto e l’utilizzo di dispositivi GPS hano permesso di riscostruire il ciclo produttivo di entrambi i siti e ad ipotizzare una vera e propria illecita gestione di rifiuti che per mesi e mesi ha alimentato una grande opera pubblica e cantieri edili della zona.