Geriatria di Prato a lutto per Antonio Bavazzano
“Il dottor Antonio Bavazzano ci ha lasciato il giorno 26 ottobre. Era nato a S.Piero a Sieve, nella provincia di Firenze, il 5.10.1940. Dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nell’Università degli Studi di Firenze si è specializzato in Malattie Cardiovascolari e Reumatiche e l'anno successivo si è specializzato in Gerontologia e Geriatria. Membro del Consiglio Direttivo Nazionale della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia in cui ha svolto anche il compito di segretario.
Dal 1970 ha esercitato la sua professione di medico geriatra presso l’Ospedale “Misericordia e Dolce” di Prato e dal 1988 fino al suo pensionamento, è stato Direttore della Unità Operativa di Geriatria presso l'allora Azienda U.S.L. n° 9 poi 4, portando la Geriatria in Ospedale e trasformandola in reparto per acuti, pur spostando il punto di osservazione dal reparto ospedaliero all’ambiente di vita dell’anziano, attraverso un osservatorio permanente sulle caratteristiche e sui bisogni della popolazione anziana dell’area. Ha così realizzato, in maniera pioneristica, l’integrazione dei servizi tra ospedale e territorio, tra sanitario e sociale. Tale metodologia di lavoro che garantiva la gestione unitaria dell’intera rete trovò la sua formalizzazione nella Unità Valutativa Geriatrica (UVG “non è una struttura rigida ma una metodologia di lavoro”); ha sviluppato tutti gli aspetti dell’assistenza all’anziano con particolare attenzione alle sindromi geriatriche per cui la” rete” doveva creare prossimità fino ad intercettare il bisogno e presa in carico.
La Nascita del Day-Hospital ha rafforzato la sinergia tra ospedale e territorio diversificando le loro potenzialità terapeutiche consentendo di stratificare l’intensità della risposta in base alle richieste di cura.
Attraverso l’integrazione con altre discipline ha rafforzato il ruolo del geriatra quale riferimento per la gestione dell’anziano complesso ospedalizzato costruendo le prime collaborazioni con gli ortopedici, gli oncologi, dalle quali poi sarebbero nate l’orto-geriatria e l’onco-geriatria.
Nel 1988 ha organizzato il Centro per lo studio e la cura dei disturbi cognitivi a gestione geriatrica, “inviando i Suoi ragazzi a imparare da Amaducci- progetto SMID”.
Ha fatto parte di innumerevoli commissioni sanitarie e sociosanitarie Regionali: è stato componente della commissione ministeriale per il Progetto obiettivo Anziani del Piano Sanitario nazionale 1994-1996.
Dello stesso periodo la Scuola per operatori Geriatrici in collaborazione con l’Università Cattolica di Roma. Coordinatore del gruppo di lavoro sul Punto Unico di Accesso; componente del gruppo regionale toscano per la realizzazione del progetto regionale sull’Assistenza Domiciliare Integrata, componente della Commissione del Consiglio Sanitario Regionale per le “Proposte Innovative", referente del “Gruppo di coordinamento Alzheimer”.
Nel 1999 ha partecipato al gruppo di lavoro regionale per l’erogazione dei nuovi farmaci Inibitori delle Colinesterasi (progetto Cronos) che ha successivamente dato origine alle Unità di Valutazione Alzheimer istituite dal Ministero della salute su tutto l’ambito nazionale.
Ha progettato e sviluppato un modello innovativo di assistenza alla Demenza con la creazione di un Centro diurno rivolto alla persona con malattia e al Suo caregiver: la Casa di Narnali , mettendo in atto le cure “Non farmacologiche” dei sintomi psichici e comportamentali della demenza (BPSD) secondo il modello “Gentlecare” e valorizzando il ruolo terapeutico dell’ambiente inteso come spazio e persone; il Giardino Alzheimer (wander garden) realizzato in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’ Università di Firenze (gruppo Tesis diretto dal Prof. Romano del Nord) è tutt’ora un fiore all’occhiello della nostra realtà, per bellezza e appropriatezza terapeutica.
Non voleva essere un curriculum, voleva essere un ricordo così, come ci è venuto in mente tra un sorriso e un occhio lucido.
Abbiamo scritto con orgoglio perché abbiamo avuto il privilegio di esserci.
Abbiamo scritto con Gratitudine perché ci hai insegnato che:
un geriatra deve essere un bravo dottore
un geriatra deve sempre guardare il malato e chi lo accompagna
un geriatra deve essere curioso di capire non solo cosa ha ma anche chi è quel paziente
un geriatra deve sempre immaginare a casa sua il paziente che ha di fronte”.
Grazie Antonio
Gli amici della Geriatria
Si uniscono al cordoglio degli operatori sanitari della Geriatria anche i colleghi delle Direzioni sanitaria e infermieristica dell’Ospedale Santo Stefano, del Dipartimento delle Specialistiche Mediche, dell'Area delle malattie cerebro-vascolari e degenerative e la Direzione Aziendale esprimendo sentita vicinanza al familiari.
Fonte: Asl Toscana Centro