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Pane e dolci, nell'Empolese le vendite calano del 10/15%

Con il caro materie prime, energia e inflazione cambiano anche i consumi: resistono pane e pasta, perdono pizze, schiacciate e croissant. Cna: "Probabile ricorso alla cassa integrazione per il 10/15% del personale"

L’aumento del costo del grano e conseguentemente della farina prima e i costi alle stelle di energia elettrica e gas hanno fatto lievitare i prezzi del pane (+ 13,5% nell’ultimo anno) e della pasta (+22%). L’inflazione a due cifre ha fatto il resto, riducendo il potere di acquisto delle famiglie, tanto che nell’ultimo mese panificatori e pastai stanno registrando una contrazione delle vendite di circa il 10-15%.

A cambiare, però, sono anche le modalità di consumo.

"Si sta sempre più definendo un nuovo trend, quello della richiesta di pezzature di pane da un chilogrammo, al posto della consueta forma da mezzo, da consumare non solo nel giorno stesso, ma anche nei successivi – spiega Andrea Panchetti, presidente dei panificatori e dolciari di CNA Firenze Metropolitana – Ciò consente alle famiglie di risparmiare sia nell’immediato (il filone da un chilo ha un costo inferiore), sia nell’evitare ‘tentazioni’ di acquisto di altri prodotti nel recarsi quotidianamente in panetteria".

Andrea Panchetti, presidente dei panificatori e dolciari di CNA Firenze Metropolitana

"Registriamo inoltre una crescita delle preferenza di acquisto per pane e pasta comuni, classici, al posto dei pani più sofisticati e della pasta ripiena – prosegue Panchetti – Ma se il pane regge, i prodotti da forno correlati, come pizzette, schiacciate e dolci da forno, hanno subito una forte contrazione nelle vendite".

Il motivo è strettamente connesso ai prezzi al consumo, tutti aumentati per i motivi sopra ricordati: se il pane classico costa oggi circa 4 euro al Kg (3 euro il costo di un anno fa), la schiacciata sale invece a 14/15 euro/kg (11 euro un anno fa).

Nello specifico, ecco alcuni degli aumenti registrati nell’ultimo anno: +30% per il pane all’olio, +33% per il pane casereccio, +13% per la pizza rossa, +14% per la rosetta, +20% per il croissant.

Una situazione di vera e propria emergenza, non solo per le famiglie, ma per il comparto artigianale stesso.

"Da adesso a novembre è presumibile che i panificatori della Città Metropolitana ricorrano alla cassa integrazione per il 10-15% del loro personale – informa Panchetti – Non possiamo purtroppo fare altrimenti. Ricorrere ad ulteriori aumenti dei prezzi al consumo al variare pressocché quotidiano del prezzo di elettricità e gas non è imprenditorialmente una strada proponibile. Ciò che serve è un urgente e diretto intervento del Governo che blocchi e governi i prezzi energetici" conclude Panchetti.

I panifici e le imprese dolciarie nella nell’Empolese Valdelsa sono 80, quasi per il 76% artigianali.

Fonte: Cna Firenze - Ufficio stampa

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