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Prendere in affido un futuro cane guida, le storie dalla scuola di Scandicci

"Quando dovrò lasciarlo piangerò. Ma è come un figlio, che a vent'anni va a fare la sua vita. E sarò orgoglioso di averlo ben educato". I racconti degli affidatari a villa Martini, l'antica scuola per cani guida di Scandicci

(foto Toscana Notizie)

"Come quando nasce un bambino". Guido, 68 anni, fiorentino, racconta di Iago, il golden retriever di otto mesi che dal 24 aprile ha in affido. Due occhi che ispirano subito tenerezza e che ti aprono il cuore. "Quando tra un anno dovrò lasciarlo e tornerà alla scuola, per poi dopo un ulteriore addestramento di sei mesi essere consegnato ad una persona non vedente, so che piangerò. Ma è come un figlio, che a diciotto o venti anni va a fare la sua vita. E sarò orgoglioso e contento di averlo ben educato".

Sono tante le storie di famiglie che hanno scelto di aiutare la Scuola Cani Guida di Scandicci accogliendo nelle loro case cuccioli che devono imparare a socializzare, abituarsi a strade e centri affollati, vincendo talvolta paure, per poi accompagnare chi non ci vede e confida su quegli occhi a quattro zampe in grado di renderlo più autonomo di un bastone. Gesti di altruismo. Una lezione di amore (dato e ricevuto) senza secondi fini.

C’è chi è al quinto cane in affido (e due se li è tenuti perché, dopo un anno, non tutti i cani superano l’esame per proseguire il percorso per diventare cani guida); nel tempo ha pure intecciato amicizie anche con i non vedenti a cui il loro piccolo è stato consegnato. C’è chi è alla prima esperienza. C’è chi medita di volerci provare. Sono tutti, in un giornata di ottobre un po’ nuvolosa ma piacevole, alla Scuola Cani Guida di villa Martini, venti minuti dalla stazione ferroviaria fiorentina di Santa Maria Novella, per l’annuale open day che serve a far conoscere l’attività dell’istituto e della Stamperia Braille. La mattina ci sono anche i giochi per bambini, che nel percorso attrezzato nel giardino della villa imparano cosa vuol dire non vedere e muoversi con un bastone oppure acuire il senso dell’udito o il tatto. C’è il documentario che racconta di Sabrina Papa, la prima persona non vedente in Italia ad aver conseguito il brevetto di pilota di aereo. Non che sia facile: ma con opportuni strumenti di controllo modificati e volando in squadra si può fare. E c’è Stefania Terrè, artista attrice non vedente che con il cane Italo si cimenta in un monologo sulla diversità (e il linguaggio della diversità) tutto giocato sull’ironia.

Tutto è inziato 93 anni fa
Una bella storia quella della scuola di Scandicci, cominciata più di novanta anni fa. Era infatti il 25 settembre 1929 quando l’istituto, allora e fino agli anni Sessanta del Novecento in via del Gignoro a Firenze, iniziò ad operare con la consegna dei primi tre cani: Weminne, Edda ed Iris. Nel 1979 la scuola, come la stamperia Braille che produce senza finalità di lucro testi per non vedenti, è passata alla Regione, che ne ha mantenuto il carattere nazionale. E tutt'oggi l’istituto, che consegna cani in tutta Italia, è il più antico in attività, assieme all’americana "Seeing Eye". Una scuola unica, la sola pubblica in Italia.

Dopo Weminne, Edda ed Iris tanti sono stati gli amici a quattro zampe allevati, addestrati e consegnati in tutti questi anni. Come Giove o Pepe, Socrate e Nicole, Giava, Otto ed Alderica, diventati figurine di un album come eroi a quattro zampe. Come Bob e Tabacco, i due cuccioli più piccoli alla festa di oggi, due labrador neri grandi poco più di un peluche che da pochissimi mesi hanno iniziato il loro percorso in famiglia, morbidosi e smaniosi di giocare e farsi accarezzare. "Qui cresciamo, giochiamo, impariamo e scopriamo il mondo – racconta una pannello – Pronti poi a lavorare". A lavorare come Ido, sette anni, che con il suo istruttore mostra come il cane impari ad evitare passaggi ed ostacoli che per lui magari non sarebbero un problema ma per la persona che accompagna sì: una porta troppo bassa, un lampione eccessivamente a ridosso di un muro. "Per addestrarli – raccontano alla scuola – ci sono solo due cose da tenere in mente: ignorarli quando fanno qualcosa che non va e premiarli invece quando fanno la cosa giusta affinché la rifacciano: con un croccantino, con una carezza o con un giochino". Si chiama "addestramento gentile". "Tutti – dicono – sono in grado di diventare cani guida. Non è questione di intelligenza quanto di paura ed ansia e per vincerle sono essenziali i primi mesi in famiglia".

"Lo portiamo al centro commerciale, ma ci hanno detto di non viziarlo" dice un babbo con due bimbe di Empoli, accanto il loro cucciolotto. La scelta è importante che sia condivisa con tutta la famiglia, perché ogni componente deve fornire al cane attenzione. "Gli insegnamo a girare sicuro per le strade della città o a salire sul bus e la tranvia" aggiunge un’altra coppia. I cani vanno infatti esposti al maggior numero di esperienze possibili nell’anno di affido, in modo che poi non le vivano con terrore.

Quasi tutti i cani nascono nella scuola di Scandicci, che ha fattrici selezionate. A volte arrivano pure dall’esterno, regalati, come i dodici attesi per dicembre. Le razze prescelte sono labrador e golden retriever, le più mansuete. Anche i pastori tedeschi sono perfetti, ma si affezionano più di altri alle famiglie (e dopo l’anno di addestramento sarebbe un problema) oltre a volte a far paura in chi li incontra per strada.

(foto Toscana Notizie)

La scuola sempre al tuo fianco
"Certo – confidano alcuni affidatari – ci possono essere anche momenti difficili. Ma la scuola è sempre al tuo fianco". I cani in affido periodicamente vi fanno ritorno, seguiti dagli istruttori. Anche per questo il distacco dalla famiglia, per gli amici a quattro zampe, non è mai traumatico.Viene verificato il corretto svolgimento del programma, momenti di esame vissuti dalle famiglie con quella stessa trepidazione e soddisfazione di quando, da genitori, si va a parlare con gli insegnanti dei figli. Vengono corretti alcuni comportamenti.

"La scuola assiste gli affidatari in tutto – spiega Massimo Bugianelli, responsabile della scuola -: ciotola, cibo, cure veterinarie, medicinali, guinzaglio e qualsiasi alrro possa essere utile al cane". Potenzialmente ogni anno possono essere addestrati e consegnati da 24 a 26 cani. Due anni di Covid purtroppo hanno bloccato parte dell’attività, che adesso però è ripartita. Cinque amici a quattro zampe sono adesso in consegna ad altrettanti non vedenti e a maggio partirà un corso per altri dieci cuccioli. "Avere un cane guida necessita impegno - aggiunge - e le prime settimane sono le più impegnative perché bisogna imparare a fidarsi, ma rende più autonomi di un bastone". La scuola in ogni caso continua a seguire il cane anche dopo la consegna al non vedente e qualora qualcosa non andasse per il verso giusto può riprenderlo in ogni momento. Ne rimane infatti proprietaria: anche per regalare al quattrozampe, a’ fine carriera’, una sitemazione adeguata per godersi la pensione.

Per chi vuole avvicinarsi a questa esperienza le porte della Scuola Cani Guida in via dei Ciliegi 26 a Scandicci sono spalancate, dal lunedì al sabato fino alle 13. Per candidarsi all’affido basta riempire un modulo, anche on line. Per informazioni si può chiamare lo 055.4382855.

Assessora Spinelli: "Orgogliosi della scuola cani guida: passione, dedizione, innovazione"

Orgoglio. Tanto orgoglio. Lo ripete più volte l’assessora alle politiche sociali della Toscana, Serena Spinelli, parlando della Scuola Cani Guida di Scandicci in festa per l’annuale open day.

"Siamo molto orgogliosi di avere questa scuola, l’unica pubblica in Italia – dice - . Siamo orgogliosi degli operatori che qui lavorano con passione e dedizione ma anche dell’affetto che le persone dimostrano per questa realtà, che diventa a suo modo anche elemento di comunità. Un aspetto altrettanto importante”. Se infatti – spiega - i cani vanno alle persone non vedenti, attorno al crescerli ed allevarli c’è la risposta di un gran pezzo di Toscana".

E poi c’è la capacità di innovarsi, di stare sui temi e al passo con i tempi: cani guida, ma non solo. Alla scuola di Scandicci, che la Regione gestice dal 1979 , si allevano infatti negli ultimi anni anche cani destinati ad altro. Ci sono quattro zampe che aiuternano disabili che hanno difficoltà a muoversi e lo fanno aprendo e chiudendo per loro le porte, portando telefoni, raccogliendo oggetti od accendendo le luci di casa. Ci sono cani che saranno d’ausilio per terapie sanitarie, la cosiddetta pet-therapy, od attività ed educazione assistita destinati ad anziani o persone in difficoltà. Una nuova frontiera aperta nel 2007. Ci sono anche quattrozampe che si accomodano sui banchi di scuola, usati in programmi didattici per facilitare l’integrazione di alunni con disabilità: perché, spiegano, “abbaiando si impara”, si migliora l’autostima, si favorisce l’integrazione e si sensibilizza alla diversità, si impara ad autocontrollarsi e rispettare l’altro. La scuola di Scandicci sperimenta e assegna pure ausili tecnologici per migliorare la mobilità di chi non ci vede.

Se trovi un amico, trovi un tesoro. "E un animale – sottolinea ancora l’assessora Spinelli - può essere sicuramente un grande amico dell’uomo, se non il migliore. Di certo gli operatori della Scuola Cani Guida di Scandicci lavorano con una capacità di innovazione unica. I cani sono animali straordinari, dotati di una capacità di empatia incredibile, e c’è in questo luogo la capacità di andare a vedere cosa questi animali possono fare e regalare. Lo fanno nella pet-therapy, portando compagnia e sollievo agli anziani delle Rsa e negli ospedali. Lo fanno con chi ha difficoltà motorie. Tutte attività – conclude – di cui essere davvero orgogliosi".

Fonte: Regione Toscana - Ufficio stampa

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