GoBlog - Marco Mainardi
Nuovo impianto per il riciclo dei rifiuti, buona la prima
Parafrasando il celebre film, si potrebbe dire non ci resta che fidarci. O, meglio, non possiamo che fidarci. Dopo il passaggio dello scorso agosto in consiglio comunale, è andato in scena al palazzo delle esposizioni il primo incontro aperto alla popolazione in vista del nuovo mega-impianto per il riciclo dei rifiuti del distretto circolare di Empoli che sorgerà al Terrafino su una superficie totale di 16 ettari.
La sensazione, alla fine, è proprio questa. Essenzialmente per un motivo, ovvero che la materia, pur con lo sforzo evidente ed apprezzabile di rendere quanto più comprensibile il tutto, è squisitamente tecnica e quindi delle due l’una: o si segue il filone della tuttologia da social ormai imperante e si contesta quanto ingegneri e tecnici presentano o ci si ferma davanti alla scienza che propone questo mega-impianto dando ampie rassicurazioni di ricadute solo positive e di pericoli zero per la popolazione.
Per farla ancor più breve: visto che si parla ormai ovunque di transizione ecologica, di necessità ormai imprescindibile di ridurre quanto più possibile tutto ciò che danneggia l’ambiente, o qualcosa si fa in concreto o tutto resta un discorso vuoto.
E questo impianto targato Alia, Maire Technimont e Suez Sa proprio in questa direzione concreta va: produrre idrogeno, metanolo ed etanolo, quindi materie prime, dall’ultimo scarto del rifiuto indifferenziato e della plastica (il plasmix), senza creare alcun tipo di problema. Il tutto grazie ad una tecnologia già utilizzata, ed anche premiata, in altre parti del mondo.
Su tutto questo ci mette la faccia anche la politica a partire da quella locale visto che è la sindaca Brenda Barnini ad aprire la serata spiegando che il tutto è ancora ad una fase di progettazione e che serve la massima trasparenza possibile all’interno di un processo partecipativo. Proprio per questo va in scena il primo di tre incontri aperti alla popolazione dopo i passaggi in consiglio comunale e la risposta è positiva visto che la sala è gremita e l’attenzione alta.
Dopo la parte introduttiva, ci sono i tavoli in pieno stile Leopolda dove un facilitatore (ora li chiamano così) raccoglie domande e dubbi dei presenti da proporre poi ai tecnici per le risposte. E, alla domanda delle domande che ognuno vorrebbe fare, provvede il presidente di Alia Nicola Ciolini a rispondere ancor prima che venga posta, dicendo nel suo intervento che “non esiste alcun tipo di criticità per la salute pubblica e per l’impatto ambientale” e che c’è “l’impegno ad abbassare il costo delle bollette”.
Criticità zero anche dal punto di vista del consumo delle risorse. La dottoressa Alessia Scappini spiega infatti che “l’acqua che servirà non sarà nemmeno una goccia di falda”. Tutto questo mega-impianto sarà alimentato da una caldaia che, ovviamente, produrrà fumi i quali, assieme ad un fango (si parla del 3 o 4 % del totale immesso), saranno i soli residui inutilizzabili a fronte della produzione di importanti materie prime che potranno essere utilizzate da aziende leader del territorio a partire dalla Zignago o da grandi gruppi visto che il metanolo è un combustibile verde per le navi.
Per l’investimento si parla di 400 milioni di euro, cifra che venne fuori in consiglio comunale, ed è fin troppo evidente che la sostenibilità economica è un aspetto altrettanto importante non solo per le casse di chi investe ma anche per la questione dell’abbassamento delle bollette che fino ad oggi, nonostante la raccolta differenziata (a volte, quando questi protagonisti ne parlano come accaduto nell’occasione, oltre ad auto-incensarsi non sarebbe male ricordare che alla fine il merito è anche delle persone comuni che differenziano nelle loro case) sono sempre aumentate.
Siamo all’inizio della lunga corsa. Vista la presenza in sala anche di rappresentanti di forze politiche di opposizione (oltre alla giunta Barnini al gran completo) facile immaginare prese di posizione, interventi ed altre iniziative su un tema a dir poco rilevante per il nostro territorio. Per il momento, come detto, non possiamo che fidarci. Piombino è lontana. Almeno per ora.
Marco Mainardi