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Sinistra Italiana, commissariata la segreteria toscana

Nicola Fratoianni

"La Direzione Nazionale di Sinistra Italiana ha commissariato, su richiesta di Fratoianni, la segreteria regionale del partito".

Lo ha scritto su Facebook Fabio Venneri, responsabile regionale dell'organizzazione del partito in Toscana.

"L'accusa? Aver espresso dissenso verso la linea della segreteria nazionale e non essersi impegnato abbastanza in campagna elettorale.

Ora alcune osservazioni: appena due anni fa, in questo partito qualcuno aveva sostenuto Giani e l'accordo col PD e Italia Viva, in dissenso dal proprio partito, ma non solo questo, è stata fatta campagna elettorale per la coalizione col PD e Italia Viva, mentre i propri compagni di partito sostenevano o erano candidati in un'altra lista. Ovviamente, nessuna conseguenza, a Nicola piace questo elemento. Se nessuno fu allontanato allora, la colpa probabilmente è nostra, il commissariamento è più che giusto.

In occasione della campagna elettorale per le politiche, una parte consistente del partito nazionale, ha espresso dubbi sulla buona riuscita della coalizione, inclusa la Toscana dove il dibattito è sempre stato acceso me rispettoso di tutti i punti di vista. In campagna elettorale la segreteria regionale, di cui faccio parte si è spesa, sacrificando giorni di ferie per il partito, rimettendoci soldi di tasca propria e organizzando iniziative a cui né il segretario, né alcuni candidati si sono presentati, ma la colpa è nostra e il commissariamento è giusto.

Se la nostra colpa è stata, anche, quella di aver diffuso un comunicato contro l'areoporto e a sostegno delle parole della nostra candidata Ilaria Cucchi, se quel comunicato ha fatto preoccupare qualcuno al nazionale, se quel qualcuno temeva le reazioni del PD, la colpa non è nostra, ma di chi non ha il coraggio delle proprie idee, ma le sacrifica sull'altare della propria elezione in Parlamento, se la politica deve essere fatta così, allora il commissariamento è giusto, noi la politica non la facciamo così.

Ma in un partito che aspira a crescere, i punti di vista differenti non dovrebbero essere ben accetti?

Ognuno di noi presidia fette di elettorato differenti e le teniamo insieme in ragione di un obiettivo comune: rappresentare i ceti sociali di riferimento.

Condannare il dissenso, condanna prima di tutto il partito ad essere un soggetto personale, dove la linea la detta uno solo e gli altri...muti o vengono allontanati, così si trasforma un partito nel club "Amici di...", a quel punto non credo possa essere rappresentativo di un popolo, ma solo dei suoi dirigenti, se questo deve essere, non sarà il mio modello di partito, allora il commissariamento è giusto.

Ringrazio Alessia Petraglia, un raro esempio di coerenza e dedizione, lavorare accanto a lei in questi mesi è stato bello e divertente (perché non si può essere sempre seri nella vita!), nella vita si impara da ogni esperienza ed accanto a lei, come responsabile organizzazione del partito, ho imparato tanto!".

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