Un orto medievale a Empoli, i prodotti della terra all'Emporio Solidale
Un orto replicante quello che avrebbe potuto coltivare Farinata degli Uberti nel XIII secolo, nel periodo in cui a Palazzo Ghibellino a Empoli si oppose alla distruzione di Firenze dopo la battaglia di Montaperti nel settembre 1260.
Il progetto è stato realizzato negli orti sociali di via Volta, all'angolo di viale IV Novembre a Carraia, grazie alla Cooperativa SintesiMinerva con il supporto storico dell'Associazione Archeologica Medio Valdarno e il patrocinio del Comune di Empoli. Oggi si è tenuta l'inaugurazione alla presenza di alcune classi di piccoli studenti e studentesse della città, tra le piante di cicoria, drangoncello, cavolo cappuccio e lattuga.
Il modello è quello dell'hortus conclusus medievale, un giardino recintato dove si coltivavano diverse piante utili per la vita monastica o dei castelli, prima di essere soppiantato dal tipico giardino all’italiana. Nell’orto di Empoli sono coltivate prevalentemente verdure ed erbe aromatiche officinali, prima degli ortaggi provenienti dalle Americhe.
I prodotti della terra sono curati da persone in condizioni di svantaggio fisico e psichico, in un percorso di vera inclusione sociale. Le coltivazioni andranno a riempire gli scaffali dell'Emporio Solidale, il supermercato dove la spesa è gratuita perché affidata a famiglie in difficoltà. Un circolo virtuoso e non vizioso, dove tutto è dedicato al sociale. Esistono solo 2 esempi di orto sociale di questo tipo in Toscana.
Lo spazio sarà frequentato dagli alunni delle scuole dei Comprensivi Empoli Est e Empoli Ovest che, durante quest'anno scolastico, utilizzeranno l'orto per scopi didattici, per riavvicinare i bambini alle tradizioni culinarie e soprattutto educarli ad una cultura green e di rispetto e amore per l’ambiente.
L'orto è aperto alle visite guidate e didattiche, che saranno curate dall'associazione archeologica Medio Valdarno. Per prenotazioni è necessario scrivere una mail a info@sintesimierva.com.
LE DICHIARAZIONI
"Abbiamo sempre pensato gli orti sociali come un progetto di comunità – spiega Maria Cristina Dragonetti, presidente della cooperativa SintesiMinerva - L’orto didattico medievale è un’opportunità per le scuole e per il turismo. Per la nostra cooperativa inoltre è l’occasione di integrare nel lavoro persone con qualche difficoltà. Ci auguriamo di suscitare interesse, scambi e relazioni con chi vorrà venire a visitarlo. È un altro piccolo passo di promozione di cultura e di restituzione al territorio che fa parte del nostro lavoro".
"Gli orti sociali a Empoli li abbiamo pensati come luoghi di benessere, capaci di favorire lo stare insieme, il trascorrere il tempo all’aria aperta e il cibo sano - sottolinea l'assessora al Sociale del Comune di Empoli, Valentina Torrini - Col tempo si sono aperti alla solidarietà e molti dei loro prodotti sono stati donati all'Emporio Solidale Empoli. Oggi uno di questi diventa un orto didattico dove si apprende, attraverso il cibo, parte della nostra storia. Qui scuola, agricoltura e storia si incontrano, con un solo obiettivo, quello di coltivare la nostra cultura e l'amore per quella terra che oggi è la nostra città. Grazie alla cooperativa Sintesi Minerva che ha saputo dare gambe ad un progetto sociale e di rigenerazione urbana e culturale".
“Quando abbiamo pensato a questo progetto – conclude Leonardo Terreni, dell'associazione archeologica Medio Valdarno - ci siamo chiesti che cosa avremmo trovato negli orti, e dunque sulle tavole, delle popolazioni vissute nel XIII secolo? Quali di questi prodotti sono ancora utilizzati e quanti, al contrario, sono stati sostituiti da essenze provenienti dal Nuovo Mondo? Credo che quello che abbiamo realizzato sia un intrigante percorso guidato da proporre a tutta la cittadinanza e in particolar modo alle scuole. Un hortus conclusus è un vero e proprio tuffo nel passato, ma che ha ancora forti e saldi legami con la nostra tradizione culinaria".
“Penso che l'inaugurazione dell'Orto di Farinata – spiega la Direttrice dei Musei di Empoli Cristina Gelli - sia la prima tappa di un percorso di condivisione che ci consentirà di intraprendere percorsi di educazione ambientale e culturale, di integrazione e di cittadinanza attiva, rivolti non solo agli empolesi di ogni generazione ma anche agli abitanti del territorio circostante e, perchè no, i turisti. Aver progettato un orto medievale, creativo e multifunzionale, permette di tessere una trama che coinvolgerà la progettazione dei musei empolesi facendo riscoprire antichi modi di coltivare e di mangiare, seguendo il ciclo delle stagioni e rispettando i ritmi naturali delle cose, affiancando tecnologia e innovazione nella tutela e salvaguardia dell'ambiente”.