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Lavoratori licenziati al citofono: manifestazione a Firenze. L'azienda: "Commessi reati"

(foto da facebook)

Coinvolti nel licenziamento ventidue operai della Iron&Logistics di Prato

Manifestazione oggi nel centro di Firenze contro il licenziamento 'via citofono' di ventidue operai della Iron&Logistics di Prato.

L'iniziativa si è svolta davanti ad alcune boutique di importanti brand della moda committenti dell'azienda pratese, che svolge appunto attività di stireria e logistica in conto terzi per grandi griffe. A organizzare la protesta Sì Cobas di Firenze-Prato con la partecipazione di decine di lavoratori.

Secondo Luca Toscano di Sì Cobas "i lavoratori si sono presentati in azienda ma il loro badge di ingresso non funzionava e al citofono gli è stato comunicato il licenziamento. I lavoratori licenziati, tutti di origine straniera, sono considerati 'scomodi' perché hanno l'unica colpa di essere iscritti al sindacato e di aver protestato da un anno contro il ritardo cronico dei pagamenti. A giugno l'azienda ha annunciato l'intenzione di licenziare undici lavoratori sindacalizzati con un esubero che noi abbiamo definito 'porcata' perché non siamo in presenza di un calo dei volumi. Non è stata fatta un giorno di cassa integrazione e l'azienda recentemente ha aperto un nuovo impianto produttivo e fatto 10 nuovi ingressi lavorativi. Iron&Logistics ha quindi agito con un licenziamento attraverso lettere disciplinari.

Oggi - conclude - protestiamo davanti alle boutique di quelle realtà che non hanno ancora dato risposte perché crediamo che questa sia una vertenza che riguarda anche loro, e non possono lavarsene le mani".

La replica dell'azienda: "I licenziati hanno compiuto gravi reati"

ì Mihaela Paraschiva Sasu, legale rappresentante di Iron&Logistics, ha respinto le accuse  osse dal sindacato offrendo la versione die fatti dell'azienda, asserendo che da parte di Sì Cobas "sono state diffuse dichiarazioni non corrispondenti al vero, smentite dagli stessi documenti in loro possesso, distorcendo a proprio piacimento la realtà dei fatti a solo esclusivo scopo di arrecare ulteriori danni alla società e agli altri 70 dipendenti che non sono loro associati. Il vero motivo per cui sono stati licenziati viene sottaciuto dai sindacalisti Sì Cobas: i loro associati si sono resi responsabili di gravi fatti di reato.

I Sì Cobas stanno da giorni bloccando l'azienda - aggiunge Sasu in una nota - arrivando al punto, non più tardi di ieri, si impedire agli altri lavoratori di rientrare all'interno dello stabilimento. Questa società non cederà a nessun ricatto e nessun licenziamento verrà revocato se non disposto dall'autorità giudiziaria".

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