La candidata Marconcini risponde agli 'Amici del Padule': "La vostra lotta è anche la nostra"
I candidati alle prossime elezioni politiche del 25 settembre rispondono ai quesiti posti dagli 'Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità'. Di seguito la risposta di Samuela Marconcini, candidata alla Camera con Unione Popolare, collegio uninominale 8 Scandicci.
"Gentili Amici del Padule di Fucecchio per la Biodiversità,
Chiedete giustamente alle candidate e ai candidati alle elezioni politiche di fornire risposte sintetiche e chiare alle vostre tre domande e naturalmente lo farò. Consentitemi però una breve premessa, che si aggiunge alle vostre condivisibilissime considerazioni alle questioni che ci ponete.
La premessa è questa: mi batto da sempre per la salvaguardia del Padule di Fucecchio, assieme alle forze che compongono “Unione Popolare”, le quali hanno sostenuto con convinzione in Regione il progetto “Toscana a Sinistra”, guidato da Tommaso Fattori. Gli atti portati in Regione negli anni passati testimoniano un impegno costante volto ad aumentare in termini sia quantitativi che qualitativi la tutela del Padule, a mantenerne la gestione unitaria preservando e finanziando adeguatamente il CRDP, a scongiurare lo “spezzatino” gestionale poi purtroppo avvenuto, a contrastare gli interessi particolari che minacciano il Padule, con l’immancabile sostegno “bipartisan” del centro-PD e del centro-destra: gli interessi dei cacciatori, gli interessi dei proprietari dei terreni, gli interessi dei vivaisti del pesciatino, gli interessi delle concerie con l’annosa vicenda del tubone. Il fatto è che in mezzo a tutti questi interessi particolari a soccombere è sempre l’interesse generale. Il Padule è infatti un vero e proprio “bene comune” che ha sia un valore in sé, in quanto area umida d’importanza internazionale e preziosa riserva di biodiversità animale e vegetale, sia un valore per la comunità umana, in quanto polmone verde in un comprensorio fortemente urbanizzato. Il Padule fornisce veri e propri servizi ecosistemici fondamentali, sia in termini di depurazione delle acque e dell’aria, sia in termini di sicurezza idraulica in epoca di cambiamenti climatici ed eventi meteorologici estremi. Per questo il disimpegno della Regione rispetto alla tutela del Padule, la frammentazione gestionale e il lento assassinio del CRDP, attraverso il suo definanziamento e depotenziamento, costituiscono una minaccia grave all’ecosistema e al benessere delle comunità locali e regionali.
Fatte queste doverose premesse, vengo alle risposte sintetiche e chiare alle vostre tre domande:
1) Ci battiamo da sempre perché la superficie della riserva sia aumentata e compresa almeno fra il 30% e il 50% dell'area complessiva del Padule di Fucecchio, considerato che la stessa strategia dell’Unione Europea fissa ormai al 30% la superficie minima di territorio protetto. Una reale tutela del Padule passa necessariamente dal coordinamento della Regione Toscana e dal ritorno ad una gestione unitaria alla Riserva che superi l’attuale frammentazione, restituendo al CRDP il ruolo di consulenza tecnico scientifica.
2) Il ritorno ad una gestione unitaria del Padule, sotto il coordinamento regionale, è condizione necessaria per la tutela della riserva e di tutta l’area umida. Come detto, il CRDP, con le sue competenti figure professionali e con il suo prezioso patrimonio di volontarie e volontari, è da sempre elemento cardine della tutela e valorizzazione dell’area. Il costo di funzionamento del Centro - a fronte delle sue funzioni tecnico scientifiche fondamentali per la gestione stessa della riserva, e in generale a fronte della sua funzione didattica, culturale, di educazione ambientale e persino di accesso alla Riserva e alle sue strutture - è sempre stato francamente irrisorio per il bilancio regionale, ossia di soli 30 mila euro l’anno. Continuerò a battermi perché il CRDP possa avere un adeguato finanziamento e si veda restituire tutte le sue fondamentali funzioni.
3) Il congelamento de facto e la mancata attuazione dell’accordo di programma sul riordino della depurazione delle acque in Valdinievole è uno scandalo di cui fanno le spese la riserva e l’intera area palustre. È prioritario dar avvio ad un complessivo progetto di rinaturalizzazione dell'area e alla necessaria depurazione delle acque affluenti nel Padule, realizzando finalmente un impianto di depurazione che possa convogliare nell’area umida la gran parte delle acque reflue depurate della Valdinievole.
La vostra lotta per la tutela del Padule è da sempre anche la nostra lotta!".