Il Cardinale Simoni a Certaldo nella festa della Beata Giulia
Si sono svolte a Certaldo le solenni celebrazioni in memoria della Beata Giulia della Rena mistica nata intorno al 1320, agostiniana secolare che visse ritirata dal mondo nel suo “romitorio” per circa trent'anni, conducendo una vita molto austera totalmente dedicata alla preghiera. Da sempre i certaldesi sono a lei fortemente legati per la vita di pietà vissuta sotto gli occhi di tutti. Concluse il suo pellegrinaggio terreno nell’anno 1367, i concittadini secondo la tradizione furono avvisati del trapasso della Beata da suono festante di tutte le campane di Certaldo che misteriosamente si misero a suonare da sole. Quest’anno per l’occasione è giunto uno speciale pellegrino per onorare la Beata Giulia, il cardinale Ernest Simoni accolto dal parroco don Rolando Spinelli. Il Porporato ha presieduto la solenne santa messa nella propositura di San Tommaso Apostolo concelebrata dai sacerdoti del vicariato ed animata dalla corale parrocchiale.
Il parroco nel dare il benvenuto e salutare il presule albanese, ha rammentato ai presenti la straordinaria vita di testimone e confessore della fede del Cardinale Ernest, ora rivestito della porpora cardinalizia per volere di Papa Francesco che lo ha definito “martire vivente” per i suoi quasi trent'anni di ingiusta prigionia inflitta dal dittatore albanese Enver Hoxha. che aveva condannato i religioso a morte, pena poi commutata a carcere a vita e ai lavori forzati nei campi di concentramento nelle miniere dove estraeva rame pirite, concluse gli ultimi anni di detenzione nelle fogne di Scutari, fu definitivamente scarcerato nel 1991.
L'urna contenente la Beata Giulia è stata traslata da Certaldo Alto dalla Chiesa Ss. Jacopo e Filippo (un tempo custodita dai padri agostiniani) alla chiesa parrocchiale con una solenne processione presiseduta da Don Alessandro Lombardi proposto Santa Verdiana a Castelfiorentino.
Erano presenti per l'occasione il Sindaco di Certaldo Giacomo Cucini con il gonfalone del Comune, il comandante Massimo Luschi con il personale della Polizia Municipale dell'Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa, il comandante Leonardo Micheloni con i militari della locale stazione dei Carabinieri, i confratelli e consorelle OPA Beata Giulia, i fratelli e sorelle dell’Arciconfraternita della Misericordia, i volontari della Croce Rossa, della Prociv ARCI Certaldo, oltre alle associazioni dei Rioni. I festeggiamenti in onore della Beata certaldese continueranno fino a questo mercoledì con un fitto programma di appuntamenti, fino alla processione che solennemente riaccompagnerà l'urna con la Beata nell’antico borgo medievale di Certaldo Alto.
“Ringrazio per l'accoglienza calorosa ricevuta in questa mia seconda visita visita presso la propositura di Certaldo – ha affermato il Cardinale - che ho potuto ammirare nel suo splendore dopo i lavori di restauro del presbiterio. Abbiamo fatto memoria della Beata Giulia, ringrazio il Signore di aver potuto pregare ai piedi dei resti mortali della Beata tanto cara a tutti certaldesi e ai fedeli della Val d'Elsa tutta che da secoli la venerano e a lei affidano le intercessioni di preghiera. La Beata Giulia non è morta ma bensì è viva; poiché l'anima è immortale il corpo certamente va disfacendosi poiché materia, ecco perché la Beata è viva, ora è tra la schiera degli angeli dei santi e dei beati che fanno da corona al Signore che con la sua resurrezione è assiso al cielo alla destra di Dio Padre Onnipotente, il quale al termine di questo esilio terreno ci aspetta nella Gerusalemme Celeste, per godere il premio eterno. La visione cristiana della morte è espressa in modo impareggiabile nella liturgia della Chiesa come recitiamo nel rito delle esequie: «Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un'abitazione eterna nel cielo». Convertiamo dunque i nostri cuori al Signore, viviamo alla sequela del Divin Maestro alla luce dei dieci comandamenti per così anche noi, quando saremo chiamati da questo mondo, presentandoci al giudizio finale, poter godere della vita eterna e della promessa del Signore la cui azione creatrice, salvifica e santificante culminerà nella resurrezione del nostro misero corpo, poiché la fede nella risurrezione riposa sulla fede in Dio che «non è un Dio dei morti, ma dei viventi!» (Mc 12,27).”
Al termine della celebrazione il cardinale Simoni è stato salutato dai fedeli presenti con un caloroso e lunghissimo applauso, nella commozione nell’incontrare padre Ernest il quale paternamente si è intrattenuto a salutare e benedire bambini e anziani mentre percorreva con la processione finale le navate della propositura gremita da un grande concorso di popolo.