Blocco delle assunzioni, NurSind proclama stato di agitazione
Stato di agitazione del personale del servizio sanitario regionale: a proclamarlo è il NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che ha scritto al prefetto affinché convochi un incontro con la Regione e porti avanti i tentativi di conciliazione per evitare lo sciopero.
Sono tante le ragioni che hanno portato il NurSind a questo passo, a partire dalle dotazioni organiche insufficienti a garantire cure e assistenza adeguati ai cittadini. Tra le cause principali anche il blocco delle assunzioni, nonostante la presenza di una graduatoria a tempo indeterminato per infermieri. Blocco delle assunzioni che riguarda anche il turnover del personale cessato. “Inoltre - spiegano Giampaolo Giannoni e Mariarosa Chiasserini, rispettivamente coordinatore e vice del NurSind Toscana - i contratti di collaborazione interinale e a tempo determinato in scadenza non sono certi del rinnovo contrattuale, non è finanziato nessun fondo per il personale in servizio nei reparti Covid per gli anni 2021, 2022 e 2023 e non è stata data nessuna risposta alle nostre denunce riguardo gli atti di violenza verso gli operatori sanitari e la gestione del personale sanitario che opera nelle strutture penitenziarie della Toscana”.
Tra le “accuse” rivolte alla Regione c’è anche la mancata attuazione del tavolo tecnico sul fabbisogno del personale, previsto dal verbale di conciliazione del 6 ottobre 2021, l’assenza di qualunque confronto sul PNRR e sulle risorse territoriali, oltre alla non attuazione del “decreto Calabria” (che prevede tra le altre cose un nuovo tetto di spesa alla formazione per il personale) e alla mancata erogazione delle risorse aggiuntive regionali.
“Preso atto di queste gravi criticità - concludono Giannoni e Chiasserini -, che vanno dalla grave carenza degli organici che mettono a rischio professionale gli operatori sanitari e i cittadini per le mancate cure erogate, alle mancate valorizzazioni del personale sanitario che per oltre due anni ha lavorato e tutt’ora lavora nei reparti covid, ci vediamo costretti a proclamare lo stato di agitazione”.
NurSind