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Shalom in Costa d'Avorio, nuovo obiettivo la scuola per agronomi

Il Movimento di San Miniato vuole costruire una scuola per formare agronomi e sfruttare le risorse naturali con nuove tecnologie. "Per sconfiggere l'immigrazione illegale creare opportunità di vita"

Si è conclusa il 12 agosto la missione umanitaria della ONG Movimento Shalom Onlus in Costa d’Avorio, che ha visto protagonisti oltre al fondatore Andrea Pio Cristiani (arciprete di Fucecchio) e al presidente Vieri Martini (avvocato), il parroco di Santa Croce Don Donato Agostinelli, due architetti Giulio Colucci e Antonio Giannetti, una educatrice Chiara Boddi ed una tirocinante farmacista Chiara Gasperini, tutti volontari.

Al centro della spedizione della delegazione italiana della associazione di San Miniato il rafforzamento dei legami con le istituzioni locali e la progettazione di una scuola destinata alla formazione di agronomi ed allo studio di nuove tecnologie agronomiche. L’azione di Shalom si inserisce in un contesto di oltre 40 anni nel continente africano, mirato alla creazione di un sistema di auto-sostentamento, fondato sulla conoscenza, sulla comprensione e sulla condivisione, con al centro l’essere umano nella sua individualità, senza alcuna distinzione di razza, genere o fede. L’operato del Movimento Shalom iniziato in Burkina Faso e proseguito in numerosi Paesi del continente africano, si pone come obiettivo la creazione di opportunità di vita, di lavoro e sociali affinché le popolazioni afflitte dall’estrema povertà non siano costrette a fuggire dalle proprie famiglie in cerca di un El Dorado europeo in realtà inesistente. Affianco all’azione materiale, difatti, si accompagna un’opera di sensibilizzazione sul tema dell’immigrazione clandestina ed illegale. Dei migliaia di soci Shalom africani, nei decenni nessuno ha mai deciso di intraprendere la rotta suicida dell’immigrazione in Europa. Per far sì che questo fosse possibile è stato necessario l’impegno di una corposa rete di volontari e sostenitori per la creazione di strutture di istruzione e formazione (dalle scuole primarie sino – addirittura - alla costruzione di una università a Ouagadougou in Burkina Faso, passando per le scuole di formazione professionale), orfanotrofi, pozzi ed attività economiche che potessero rendere i progetti autosufficienti. L’unico strumento possibile per sconfiggere l’immigrazione illegale, ripudiando la soluzione di condannare a morte i disperati che fuggono dai campi dì concentramento libici dopo un lungo e travagliato viaggio, è quello di lavorare nei paesi di provenienza con gli uomini e le donne del posto, per creare opportunità di vita. Una cooperazione alienata da questi elementi produrrebbe effetti contrari al risultato perseguito e dannoso per lo sviluppo umano e sociale delle popolazioni sostenute, condannandole ad uno stato perennante infantile e costantemente dipendente da Paesi terzi che affrontano essi stessi gravi crisi economiche.

Le numerose relazioni tessute da Shalom con le istituzioni degli Stati africani evidenziano una piena sintonia di intenti, con il necessario coinvolgimento delle classi più benestanti degli stessi affinché possano contribuire per lo sviluppo della propria comunità. Sviluppare, dunque, l’Africa in maniera programmatica con l’aiuto delle sue nuove generazioni, scoraggiando con forza ogni tentativo di fuga contrario alle leggi, che li destina ad una vita di stenti in Europa.

In Costa d'Avorio, l’idea di Shalom è quella di costruire una scuola per agronomi al fine di sfruttare al meglio le risorse naturali con tecnologie all’avanguardia. Si tratta, infatti, di un Paese dalle molte contaddizioni ma che appare avere tutte le carte in regola per farcela veramente a lasciarsi alle spalle la terza fascia del mondo. Un giardino dove abbonda l’acqua e la terra fertile consente la coltivazione di beni molto pregiati come il cacao, il caffè e gli anacardi.

Fonte: Movimento Shalom

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