Ci mancava la grandine: piovono chicchi di ghiaccio dopo il nubifragio in Toscana
Dopo le ore di difficoltà per la bufera di ieri, giovedì 18 agosto, in Toscana, questa notte su Arezzo, Firenze e Lucca si è concentrata la grandine.
Partiamo da Arezzo: in Valtiberina sono rimasti colpiti e distrutti dal forte temporale interi campi di tabacco, ne hanno risentito anche i frutteti in Valdichiana. A Capannori (Lucca) si è registrata una grandinata con pezzi di ghiaccio fino a 4 centimetri di diametro.
Dal nubifragio di ieri mattina sono caduti in totale 30 millimetri di pioggia, concentrati in poche ore, con raffiche di vento fino a 90 km/h.
"Le riparazioni da parte dell'Enel sono andate avanti tutta la notte e su oltre 27000 mila utenze rimaste senza corrente, ne sono state riattivate 21500 e sta intervendo su quelle che rimangono", spiega il presidente della Regione Eugenio Giani.
Proteste per le coltivazioni ad Arezzo
Anche nella provincia aretina sferzata da raffiche di vento di eccezionale violenza e investita da sventagliate di grandine e da violenti nubifragi, gli agricoltori sono impegnati nella conta dei danni.
“Frutteti ormai pronti per la raccolta, vigne dove è già scattato countdown per la vendemmia, oliveti stressati dalla siccità e dal caldo hanno dovuto sopportare l’aggressione di un’ondata di maltempo di portata straordinaria, evidente spia del cambiamento climatico in atto”, commenta il direttore di Cia Arezzo Massimiliano Dindalini. E aggiunge: “I nostri tecnici sono impegnati su tutto il territorio per la raccolta delle segnalazioni dei problemi registrati alle coltivazioni e agli impianti. La situazione è diversificata di zona in zona. Come ormai accade da tempo, infatti, i fenomeni sono spesso improvvisi e concentrati su aree geograficamente ristrette. Siamo in una stagione particolarmente delicata per l’agricoltura: adesso basta davvero poco per vanificare gli sforzi di un anno di lavoro”.
Grande l’amarezza degli imprenditori agricoli, che, oltre a doversi confrontare con i rincari delle materie prime e dell’energia e con la difficoltà a reperire manodopera, sono alle prese con le avversità meteorologiche.
Un sentimento rappresentato da Serena Stefani, Presidente di Cia Arezzo che chiede alla politica e alle istituzioni un cambio di passo.
“Sono sufficienti pochi istanti per azzerare o compromettere il risultato commerciale di un raccolto - commenta Stefani -. L’agricoltura è ostaggio di bizzarrie meteorologiche e di calamità naturali che si ripetono con allarmante frequenza. Per questo è necessario rivedere completamente il sistema di interventi a sostegno delle aziende agricole. Il problema infatti non si può risolvere solo con le assicurazioni contro le calamità naturali. Sono necessari interventi e liquidità immediata, sospensione delle rate dei mutui e comunque indennizzi per il risarcimento del danno adeguati e tempestivi: oggi dobbiamo aspettare anche 3-5 anni per ricevere percentuali che vanno dal 2 al 5% del danno stimato. La politica e le istituzioni devono intraprendere azioni al passo con gli scenari che i cambiamenti climatici stanno delineando”.