Dino Campana in scena a Marradi (con un pizzico di Empoli)
Un poeta certo sempre più amato, Dino Campana, ma molti articoli rinnovano l’abusato ritornello sulla sua tormentata storia d’amore con Sibilla Aleramo o sulla sua pazzia: insomma l’attenzione è sempre spostata sulle sue vicende biografiche. E quando si entra nel vivo della sua poesia ci si concentra soltanto su quel sublime ed unico libro pubblicato: i Canti Orfici. Più raramente si parla delle 43 composizioni del Quaderno e degli altri Inediti, pubblicati dal Falqui nel 1942. Silvano Salvadori, membro del Consiglio del “Centro Studi Campaniani di Marradi”, ha predisposto per questo 90° genetliaco del poeta che, come ogni anno, si celebra a Marradi il 20 Agosto, un adattamento teatrale di uno scritto dialogato dal titolo Il cappello alla Rembrandt che fu pubblicato tra gli Inediti. Il poeta, di ritorno dall’Argentina, sbarcò ad Anversa e visitandone il Museo, rimase colpito dal ritratto che Rembrandt aveva fatto alla moglie Saskia e che, appunto, era esposto nel Museo già dalla metà dell’800. I cappelli trionfano sulle teste del pittore fiammingo, e questo di Saskia, bello ondulato, con la piuma di struzzo, fu di ispirazione al brano di Dino. La studiosa campaniana Susanna Sitzia pubblicò già nel 2006 un saggio su questo testo partendo da una delle probabili fonti: Il ritratto ovale di E.A. Poe. Forse gli anni della composizione risentono anche del famoso furto della Gioconda del 21 agosto 1911 - il quadro fu recuperato nel dicembre del 1913 - e della sottintesa magia con cui un pittore di genio rappresentava nel ritratto qualcosa di superiore alla realtà contingente fino a rapire la vita della stessa modella. Anche nel dialogo di Campana la modella si anima e parla col poeta, velata da quei segreti che il pittore ha nascosto nel ritratto, ma alla fine esce dalla cornice e si dona a lui. L’adattamento teatrale contestualizza il testo con parti recitate dal vivo, come l’arrivo di Campana ad Anversa, con altre filmate e proiettate su uno schermo con i protagonisti che agiscono all’interno di un quadro dello stesso Rembrandt. Sull’originale campaniano, oggi perduto, in margine alla composizione, apparivano anche appunti e alcuni versi sulla traversata in mare, che integreranno il nostro dialogo insieme ad altre liriche campaniane. La donna-virtuale del quadro, di cui si innamora il poeta, non è poi lontana dai tanti amori virtuali sul web. Qui, sublimata come oggetto artistico, ella diviene una idealità: una donna che racchiude in sé il mistero in quanto bloccata in un tempo infinito che proclama la superiorità spirituale dell’Arte. Ella diventa l’amante ideale con cui si può “immaginare” di separare il sentimento dalla fisicità. Interpreti della rappresentazione Andrea Giuntini e Benedetta Giuntini; Filmaker Luca Paolieri, Foto Andrea Pecchioli, musiche Gabriele Bochicchio. Il cappello, protagonista del testo teatrale, è stato realizzato dagli studenti del corso di moda dell’IIS Ferraris di Empoli.