Detenuto con problemi psichici aggredisce agenti a Lucca, Sindacato Polizia Penitenziaria: "Altra faccia della medaglia dell’emergenza estate"
“L’aggressione nel carcere di Lucca di tre agenti ad opera di un detenuto già sottoposto a perizia psichiatrica è l’altra faccia della medaglia dell’emergenza aggressioni-suicidi (49 detenuti si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, 5 aggressioni la settimana) vale a dire che le problematiche maggiori si concentrano per la presenza di tossicodipendenti e persone con problemi mentali”. Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo per il quale “mentre va scemando la commozione per i suicidi di giovani tossicodipendenti avvenuti nel carcere di Verona e Frosinone è necessario far seguire la lucida analisi della situazione e con essa proposte concrete per mettere fine alla “strage di Stato” e la “caccia all’agente” senza la facile ricerca di un capro espiatorio".
Qualche numero: la presenza di detenuti definiti 'tossicodipendenti' è di circa 18mila (poco meno del 30% del totale); il 13% del totale della popolazione detenuta ha una diagnosi psichiatrica grave, in numeri assoluti significa oltre 7 mila persone. Con queste persone particolarmente fragili nel 2021 che nel 2022, la media di assistenza psichiatrica e psicologica si attesta intorno alle 10 ore settimanali ogni 100 detenuti per gli psichiatri e intorno alle 20 ore settimanali ogni 100 detenuti per gli psicologi.
"È arrivato il momento –afferma Di Giacomo –che la presenza di“detenuti tossicodipendenti” e “detenuti psichici”si affronti nei modi e con gli strumenti più idonei, perché il carcere non può diventare il “ghetto sociale” nel quale liberarsi di persone con specifiche problematiche sino a lasciarle morire.Per noi la prevenzione suicidi come quella delle aggressioni al personale è dunque possibile a condizione che l’Amministrazione Penitenziaria voglia realmente praticarla".
"Come sostengono gli esperti, la pandemia se in generale ha accentuato situazioni didisagio mentale, apprensione ed ansia, ha avuto e continua ad avere ripercussioni ancora più gravi nelle carceri dove –aggiunge Di Giacomo –il personale di sostegno psicologico come quello sanitario in generale ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid. A questo si aggiungano le calde temperature e le note carenze di servizi".
"Come sindacato è da tempo che abbiamo proposto l’istituzione di Sportelli di sostegno psicologico, tanto più contando su almeno 3 mila laureati in psicologia che nel nostro Paese non lavorano con continuità. Come per il personale penitenziario che continua a dare prova di impegno civico è sicuramente utile attivare corsi di formazione ed aggiornamento per essere maggiormente preparati ad affrontare casi di autolesionismo e suicidio, oltre naturalmente a provvedere rapidamente all’atteso potenziamento degli organici e a misure più efficaci di difesa dalle quotidiane aggressioni”
Fonte: Sindacato di Polizia PenitenziariaSegreteria Generale