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Ala amputata dalla turbina eolica, avvoltoio curato in Toscana

Il 18 luglio 2022 una turbina eolica ha amputato di netto la parte terminale dell’ala sinistra di un giovane capovaccaio di nome Sid, liberato nell’ambito del Progetto LIFE Egyptian vulture. Il piccolo avvoltoio non potrà più volare ed è un miracolo che sia ancora vivo; infatti, se l’impatto con la pala eolica fosse avvenuto pochi centimetri più in là non avrebbe avuto scampo. Il grave ferimento dell’esemplare è avvenuto in un mega impianto eolico nel Comune di Lavello (PZ).

Gli spostamenti del capovaccaio venivano seguiti costantemente grazie al GPS di cui era dotato e che ha permesso di documentare anche la dinamica del grave incidente. La sua localizzazione permanente sotto una pala eolica ha fatto scattare l’allerta e il povero animale è stato individuato e recuperato dal locale referente di Italia Nostra Vitantonio Iacoviello e dal sig. Di Ciommo, titolare della limitrofa azienda agricola. Il capovaccaio gravemente ferito è stato poi consegnato ai responsabili del CRAS di Matera Matteo Visceglia e Mariangela Francione. Attualmente lo hanno in cura i veterinari Olimpia Lai e Flavio Pesce.

Sid è nato nel 2021 al CERM Centro Rapaci Minacciati, in Toscana, una struttura nella quale l’omonima associazione si occupa da anni di riprodurre in cattività questa specie per liberare in natura i giovani nati e rafforzare così una popolazione che corre un grave rischio di estinzione (in Italia sono censite una decina di coppie nidificanti). Il pulcino era stato assistito dagli esperti del CERM durante la schiusa dell’uovo ed il suo allevamento era stato completamente effettuato dagli stessi operatori per circa un mese e mezzo a causa della mancanza di capovaccai che fungessero da genitori adottivi. Erano stati messi in atto una serie di accorgimenti per garantire il corretto “imprinting” di Sid; in poche parole, perché l’esemplare fosse consapevole di essere un capovaccaio e, in futuro, mostrasse i comportamenti “normali” della sua specie, come è avvenuto.

La riproduzione in cattività del capovaccaio è un’attività molto specialistica, complessa e delicata, alla quale l’Associazione CERM si dedica da molti anni; dal 2003 i soci dell’Associazione CERM hanno iniziato ad effettuare i rilasci in natura dei giovani nati e dal 2017 queste attività vengono svolte con il coordinamento di ISPRA nell’ambito del progetto LIFE Egyptian vulture, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea che punta a migliorare lo stato di conservazione del capovaccaio attraverso la realizzazione di vari interventi in quattro regioni italiane (Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia). Dal 2017 al 2022 nell’ambito di questo progetto europeo sono stati liberati 23 capovaccai, tutti nati e allevati al CERM.

Sid, purtroppo, non potrà più essere di aiuto alla sua specie in natura. Il giovane esemplare era stato liberato in Basilicata, nel Parco Regionale della Murgia Materana, il 16 maggio 2022 e si era adattato perfettamente alla vita selvatica. Aveva volato tra Basilicata e Puglia ed era riuscito ad alimentarsi autonomamente tanto che non aveva neanche frequentato i punti di alimentazione che sono attivi nell’ambito del progetto LIFE Egyptian vulture nel Parco della Murgia Materana e nel Parco Terra delle Gravine (TA). Purtroppo Sid d’ora in avanti è condannato a trascorrere la vita in una voliera: in pochi attimi sono stati vanificati gli sforzi profusi per farlo nascere e per liberarlo ed è sfumata una speranza in più per la sua specie.

Per i capovaccai e per molte altre specie di uccelli gli impianti eolici rappresentano una trappola micidiale, un pericolo del quale non sono minimamente in grado di rendersi conto. Queste strutture vengono spesso costruite in aree frequentate dai rapaci ma, purtroppo, non è raro che i documenti che portano al rilascio delle autorizzazioni per la loro costruzione non siano affatto accurati per quanto riguarda le specie avifaunistiche presenti ed il pericolo che corrono. Le punte delle pale superano facilmente la velocità di 250 km/h non dando scampo agli uccelli che si avvicinano a questi giganteschi impianti eolici.

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