Fucecchio a Panzalla per ricordare Dina Boncristiani
A pochi passi da San Polo in Chianti, in località Panzalla, il 2 agosto 1944 le SS naziste uccisero il maresciallo dei Vigili Urbani di Firenze, Pietro Stefanini, e la sua compagna, la fucecchiese Dina Boncristiani. La loro unica "colpa" fu quella di non piegarsi al terrore delle dittature e di scegliere di stare dalla parte della Resistenza, combattendo per la libertà, contro il fascismo e il nazismo. Per ricordare il loro sacrificio ogni 2 agosto il Comune di Greve in Chianti organizza, nel luogo dove furono uccisi, una commemorazione alla quale partecipa, ormai da alcuni anni, anche una delegazione fucecchiese (presenti anche l'ANPI e i comuni di Firenze, Figline e Incisa Valdarno, Bagno a Ripoli) che vuol sottolineare l'impegno per i valori della libertà e della democrazia della sua concittadina Dina Boncristiani. E' successo anche ieri con la presenza della vicesindaca e di tre giovani - Markeljana Lezemerja, Lida Fondelli e Gabriele Frassi - del gruppo #Fucecchioèlibera. Un gruppo composto da ragazzi che hanno scelto di prendere posizione e di sostenere i valori della Costituzione partecipando alle iniziative che ricordano le persone e i fatti che furono alla base della rinascita dell'Italia dopo la dittatura fascista.
La loro partecipazione alla cerimonia si è concretizzata con la lettura di un testo che di seguito riportiamo:
Oggi siamo qui per ricordare la figura e la forza di Dina che in piena guerra non si è fatta scrupoli di aiutare il prossimo: donando quello che poteva. Ella ha contribuito, nel suo piccolo, a creare la resistenza verso quello che stava accadendo in quei anni. Noi di #FuececchioèLibera vogliamo ricordarla con una frase di Rosa Luxemburg che ci riporta a lei come a tanti altri che hanno sentito il bisogno di ribellarsi e di andare incontro a qualcosa di più grande di loro: “Quelli che non si muovono non si accorgono delle loro catene”.
E dobbiamo dire che Dina si è accorta di quelle catene, spezzandole. Le ha spezzate rincorrendo il bisogno di liberare e supportare gli altri: sottraeva armi, procacciava medicinali e coperte, passava informazioni. Tutto questo per ritrovare l’aria di libertà e pace, cercava solo la serenità nel mondo. Oggi Dina è da prendere come esempio per il suo valore e coraggio. Seppur non combatteva in prima linea a suon di fucili, rendeva ogni suo gesto un segno di pace e amore, cosa che noi tutti dobbiamo fare. Grazie di essere stata una mano a cui aggrapparsi.
Fonte: Comune di Fucecchio - Ufficio stampa