La prestigiosa rivista scientifica "Diversity" ha appena pubblicato uno studio scientifico sulla genetica del muflone dell’Isola del Giglio rivelando l’unicità genetica di questo gruppo di animali. Ad affermarlo in una nota sono Vita da cani odv e Rete dei santuari di animali liberi in Italia. Gli animali ritenuti "specie aliena ed invasiva" hanno rischiato l'abbattimento a fine novembre scorso. La vicenda, dopo le polemiche e la resistenza di gruppi animalisti e cittadini contrari all'eliminazione delle decine di esemplari, si è conclusa con la sospensione dell'abbattimento. Animali, "che l’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano ha invece deciso di eradicare tramite un oneroso progetto europeo, LIFE LetsGo Giglio, finanziato al costo di 1.6 milioni di euro" spiega la nota.
Lo studio, condotto da un gruppo di genetisti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, della Commissione per la sopravvivenza delle specie dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN SSC), dell’Università di Sassari e dell’Università di Siena, in collaborazione con il Cabinet Vétérinaire Les Deux Iles Santa Maria Siché, suggerisce che i mufloni del Giglio rappresentano una preziosa popolazione relitta ormai estinta altrove.
Il professor Marco Masseti, zoologo e tra gli autori dello studio, commenta come "l’unicità di questo nucleo di mufloni del Giglio rappresenta un’importantissima risorsa genetica, oramai persa altrove, e meriterebbe un'alta priorità di conservazione".
"Dei 1.6 milioni di euro stanziati dal programma Life dell’UE, 378.925 euro sono stati destinati all’abbattimento delle poche decine di animali che vivrebbero sull’isola" si legge ancora nella nota. "Sembra che 10 mufloni siano già stati abbattuti, ma a seguito delle denunce il Parco avrebbe catturato e trasportato molti altri mufloni in vari rifugi per l’Italia, dove però almeno 5 sono deceduti a causa dello stress delle catture. I sopravvissuti verranno invece sterilizzati, se non lo sono già stati, compromettendo così la possibilità di preservare il patrimonio genetico di questo raro animale. I mufloni che il Parco non riuscirà a catturare invece verranno abbattuti entro la fine del 2023".
"Questa analisi genetica dei mufloni non solo mina le basi scientifiche del progetto di eradicazione del muflone, ma mette in luce la superficialità con cui l’Ente Parco e le istituzioni europee gestiscono i fondi pubblici destinati alla salvaguardia della biodiversità", commenta Sara d’Angelo presidente dell’associazione Vita da Cani e coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi in Italia. "Non solo il progetto di eradicazione deve essere bloccato immediatamente, così come un'indagine parlamentare deve essere avviata per capire come sia possibile che per ben due volte abbiamo rischiato di estinguere delle rare specie faunistiche, ma alla luce dei fatti chiediamo le dimissioni immediate del Presidente dell’Ente Parco, Giampiero Sammuri", conclude d’Angelo, "e che tutti gli esemplari già deportati vengano riportati a sull'Isola a spese del Parco e tutelati come patrimonio genetico ancestrale e prezioso".
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