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Letta a San Miniato: "Non poniamo veti. Pd partito ambientalista e dei giovani"

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La canzone Eye of the Tiger sottolinea l'ingresso sul palco della Festa de L'Unità di San Miniato Basso di Enrico Letta, segretario Pd, accorso all'ultimo giorno di manifestazione dopo i giorni convulsi della caduta del governo Draghi. Quel riff di chitarra è la carica per il popolo Dem che ha riempito la piazza di fronte la Casa culturale, oltre a un altro pezzo di canzone: diversi da loro, come cantano i Maneskin e come cerca di differenziarsi Letta e l'elettorato.

Incalzato dalla direttrice del QN Agnese Pini, Enrico Letta spiega la scelta sulle alleanze in vista del voto del 25 settembre: "Con il M5S abbiamo fatto un percorso di governo con scelte giuste, i 5 Stelle del 2018 non avrebbero fatto nascere il governo Draghi. Ora parliamo con gli elettori e i parlamentari disorientati del M5S, il percorso di evoluzione si è interrotto. Non è stato un fallimento il periodo di governo ma quegli elettori guarderanno alle nostre scelte di linearità. Tra due mesi la maggior parte di loro voterano per noi".

La lista che presenterà il Pd sarà Per un'Italia democratica e progressista, una lista aperta che si basa sul progetto Pd. "Nella storia del centrosinistra dal '95 in poi abbiamo sempre perso quando siamo stati soli. Il primo ad aver risposto all'appello è Roberto Speranza, che come ministro ha fatto un lavoro straordinario. Per i collegi uninominali siamo obbligatialle alleanze, noi le faremo senza un programma comune ma con quello della nostra lista. Tre sono i criteri: portare un valore aggiunto, avere uno spirito costruttivo e soprattutto niente veti".

Sulle liste specifica "Avevo in testa un altro modo per selezionare le candidature e avrei voluto le primarie aperte in cui chiunque voleva candidarsi e i nostri militanti avrebbero scelto i candidati rovesciando il nostro sistema che assegna ai capi dei partiti politici il compito di selezionare i candidati alle elezioni. Ora non è possibile perché non c'è più tempo ma le nostre saranno liste aperte".

Con Giuseppe Conte Letta afferma di aver avuto un rapporto che poi travalica le scelte di partito. Su Matteo Renzi, titolare dello sgambetto dello 'stai sereno' che provocò la caduta del suo governo quasi 10 anni fa, Letta ripete di non mettere veti contro nessuno. "Quando mi hanno chiamato per diventare segretario del Pd, molti avevano paura di me, pensavano al Conte di Montecristo. Non ho fatto nessuna scelta guidata dalla vendetta, non me ne importa niente di chi ha appoggiato chi 5 anni fa. Ora dobbiamo essere tutti insieme forti per andare a prenderevoti e vincere le elezioni".

E conferma: Sulle alleanze "nessuna preclusione, salvo tre leader delle forze politiche che hanno messo in pericolo l'Italia: Lega, Forza Italia e M5s".

E infine sui temi che il Pd e il centrosinistra dovrà portare avanti: "So che la campagna elettorale si fa sul futuro. La priorità ora è quella dell'ambiente. Dobbiamo pensare ai ragazzi di Fridays for Future, sono i nostri figli. Vorrei che il Pd diventasse il più grande partito ambientalista d'Europa. Una scelta alla nostra portata, siamo un grande partito e ce l'abbiamo nelle corde soprattutto in Toscana, patria del bello e del paesaggio. So che nel Cuoio dobbiamo fare di più (riferendosi alla questione Keu, NdR)".

I giovani per Letta sono il "cuore del nostro partito. Al mio arrivo al Pd mi hanno detto che andiamo fortissimo tra gli elettori esperti, è un bene, andiamo male tra la fascia 40-50 anni e anche tra i giovani. Un anno e mezzo dopo siamo diventati di gran lunga il primo partito nella fascia tra 18 e 25 anni". Oltre alla questione ambientale, il Pd vuole porre al centro la questione dei diritti: "Non vogliamo un paese dove la maggioranza impone alle minoranze come si vive". E soprattutto la questione del lavoro: "L'Italia deve essere un paese dove si può tornare per lavoro, altrimenti non abbiamo futuro".

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