Strage di Pratale, un racconto di Salvianti nel luogo dell'eccidio
Luce sulle stragi nazifasciste del Chianti. Il sole che tra i boschi di Badia a Passignano illumina con la ricerca della verità e i sentimenti di equità e giustizia, coltivati da anni dalle istituzioni e dalla comunità, è destinato a non tramontare sull’eccidio di Pratale. Nonostante i 78 anni che tengono lontanissimo e sfumato il ricordo di quei drammatici avvenimenti, il percorso costante di studio e approfondimento, il desiderio di ricostruire, narrare e condividere le tristi vicende, la volontà di mettere a fuoco nuovi particolari e valorizzare i ricordi dei testimoni, sempre più sbiaditi dallo scorrere del tempo, sono i binari che conducono la comunità chiantigiana verso la conservazione e il rafforzamento della cultura della memoria.
Barberino Tavarnelle non dimentica e continua ad affidare alla conoscenza del passato le radici su cui costruire il futuro del suo territorio. Non lo fa solo per celebrare una ricorrenza ma per adempiere ad un dovere morale, alla necessità indifferibile di sostenere ed esprimere vicinanza ai familiari delle vittime e rendere onore a tutti gli innocenti che caddero sotto i colpi di una guerra ingiusta, violenta, disumana che non conosceva limiti e confini morali, indifferenti e ostili al rispetto, alla pluralità delle identità.
Il Comune di Barberino Tavarnelle ha rievocato una delle vicende più drammatiche del suo passato con le voci e le emozioni dei più giovani. A 78 anni dalla Liberazione dall’occupazione nazifascista il cassetto della memoria che custodisce i nomi dei dodici uomini di Pratale e i loro percorsi di vita stroncati dall’orrore della guerra si è aperto e si è amplificato a Tavarnelle Val di Pesa con il racconto intenso dell’attore e regista Massimo Salvianti, accompagnato dalle parole di nove studenti, la musica di Bettina Bianchi e Carlo Alberto Aquilani, i disegni di Lorenzo Bojola.
La strage di Pratale, un crimine ‘dimenticato’, come tanti altri eccidi toscani avvenuti per mano nazifascista nell’estate del ‘44, è stato ricordato e vissuto con grande partecipazione dalla comunità nel luogo dell’eccidio, nella radura di Pratale, tra le colline del Chianti Classico, dove lo spettacolo commemorativo “Verdi i germogli rosso il sangue” è stato preceduto la mattina dalla celebrazione della Santa Messa dedicata alle vittime e dalla deposizione della Corona al Monumento ai Caduti alla presenza del sindaco David Baroncelli.
Massimo Salvianti, che ha ideato e curato l’evento prodotto da Arca Azzurra Eventi, ha iniziato ad occuparsi di questa vicenda in occasione del cinquantesimo anniversario della Liberazione dopo che il gruppo Irene aveva realizzato una serie di interviste ai testimoni di guerra. “Ho cominciato il mio percorso di studio e ricerca su Pratale tanti anni fa e da dodici allestisco questo evento – spiega Massimo Salvianti - ad ogni edizione la narrazione, proposta in maniera diversa, si arricchisce di emozioni ed elementi nuovi, lo scorso anno ad esempio erano circa 80 le persone con le quali abbiamo rievocato i punti salienti della strage nel prato della Pieve di San Pietro in Bossolo, quest’anno sono stato felice di aver coinvolto alcuni studenti del territorio per una lettura intensa in loco, nella radura dove avvenne la fucilazione, le ragazze e i ragazzi hanno fatto loro il testo con grande sensibilità e consapevolezza, mi hanno favorevolmente sorpreso le loro letture, delicate e incisive allo stesso tempo”.
Un commento sull’esperienza arriva proprio da loro, dai protagonisti dell’evento che hanno espresso un sentito ringraziamento a Massimo Salvianti. “È stato molto bello ed emozionante – hanno dichiarato - e sicuramente tutti vogliamo ringraziare Massimo Salvianti e tutte le autorità che ci hanno permesso di trasmettere il grande messaggio che siamo tutti umani e proprio per questo non dovremmo farci la guerra e ucciderci”. Hanno preso parte al reading Alberto Conti, Vittoria Ganetti, Pietro Franceschini, Raffaella Sperduti, Olimpia Salvianti, Leonardo Bellini, Caterina Donnini, Agata Sani, Caterina Cencin.
“L’impegno civile è la strada maestra che ogni giorno accompagna le cittadine e cittadini di Barberino Tavarnelle nel vivere secondo i principi della Carta Costituzionale - dichiara il sindaco David Baroncelli - lo ha ben dimostrato Massimo Salvianti che ha coinvolto un gruppo di studenti di Barberino Tavarnelle per far comprendere in maniera diretta ciò che è stato, costruire e mantenere i valori della pace e dei diritti umani, lavorare incessantemente per proiettarsi nel futuro come territorio unito”.
Mi piacerebbe accogliere il suggerimento dei ragazzi – prosegue il sindaco Baroncelli - che chiedono di realizzare una biblioteca della memoria a cielo aperto, un cammino dedicato alla valorizzazione dei luoghi e dei monumenti come spazi di riflessione e rievocazione delle persone che vi hanno perso la vita, perché le persone sono più importanti di ogni altra cosa, più importanti delle stesse storie che oggi le portano fino a noi”.
“La luce che nasce dal percorso di crescita di una comunità – continua il sindaco - e si rafforza nel coinvolgimento dei futuri cittadini è quella che illuminerà la nostra costante tendenza a cercare la verità. Leggere e rileggere i nomi che riporta il cippo di Pratale, eretto a 52 anni dalla strage, ci aiuterà a capire quanto importante siano i fondamenti di libertà e democrazia che oggi ci permettono di vivere con dignità”.
I dodici contadini, prelevati dalle loro case, strappati alle loro famiglie e fucilati nel bosco di Pratale la sera del 23 luglio 1944, quando il sole stava per tramontare, sono: Angelo Cresti, Attilio Cresti, Oreste Cresti, Bruno Gori, Giuseppe Gori, Livio Gori, Serafino Gori, Marcello Gori, Omero Gori, Carlo Lotti, Giuliano Lotti, Giovanni Raspollini.
Fonte: Ufficio stampa associato del Chianti Fiorentino