Squali morti nei fondali per le immersioni come 'avvertimento' per le boe per i diving center
Da giugno i diving centers elbani segnalano il rinvenimento di squali e razze morti sul fondale dei punti di immersione della zona di Marciana Marina, non si tratta di pesci morti accidentalmente perché gli elasmobranchi presentano segni lasciati dall’attività di pesca (palamiti ecc). Pur essendo il rigetto di pescato non utilizzabile commercialmente vietato da una normativa europea e da una nazionale, esistono diverse deroghe, ma la sistematica scelta di noti punti di immersione e l’escalation osservata nell’ultimo ritrovamento in cui i gattopardi (Scyliorhinus stellaris) erano anche legati con filo da palamito, fa pensare ad un deliberato atto di disturbo nei confronti delle attività di immersione subacquea.
Gli episodi sono cominciati probabilmente in seguito all’installazione delle boe per l’attività diving finanziati dal progetto Interreg EcoStrim. Le boe sono state posizionate sui punti di immersione per permettere ai diving center di ormeggiare senza dare fondo alle ancore proteggendo in questo modo i fondali e limitando anche l’attività di pesca negli immediati dintorni. Questo, insieme alla scoperta di un’ordinanza relativa al relitto dei dolia ancora attiva che interdice tutte le attività nella zona di punta del Nasuto (compresa l’immersione), potrebbe aver causato “l’avvertimento” da parte di qualche “pescatore” che, con queste azioni, non fa certo del bene alla sua categoria.
Dopo i rinvenimenti di piccoli squali e razze morti sul fondale sono state tantissime le reazioni indignate e sconvolte di operatori e turisti che giustamente non si capacitano di un comportamento così barbaro, controproducente per la categoria dei pescatori onesti e che rispettano le regole e che sta creando disagio a chi viene sulla nostra isola per godersi una meritata vacanza facendo immersioni nel nostro magnifico mare. La subacquea è una delle attività ritenuta adatta al turismo sostenibile ed è una dei motivi che attrae i turisti sulla nostra isola e contribuisce anche alla destagionalizzazione essendo praticabile durante tutto l’anno.
Siamo certi che questi “avvertimenti” provengono da un ridottissimo gruppo di persone che ancora pensa al mare come a una proprietà di cui possono disporre solo loro e non come un bene comune che va gestito, conservato e valorizzato per permettere anche alle generazioni future di godere dei suoi frutti e delle sue bellezze, per fare in modo che anche in futuro all’Elba ci siano pesca e pescatori.
E’ per questo che bisogna creare un’alleanza tra pescatori responsabili, diving centers, associazioni ambientaliste e buona politica per proteggere davvero il mare con l’istituzione della tanto attesa area marina protetta dell’Arcipelago Toscano, includendo anche le coste di Elba e Giglio, questo porterebbe finalmente indiscutibili vantaggi a tutte le categorie – partendo dalla piccola pesca costiera - regolamentando l’utilizzo del mare permettendo così a tutti di poter usufruire con intelligenza delle sue risorse e di preservarle e incrementarle nel tempo.
Fonte: Legambiente Arcipelago Toscano