Draghi sì, Draghi no: due sindaci toscani di centrodestra in posizioni opposte
Come cambiano i sindaci eletti con Fratelli d'Italia in Toscana anche a pochi km di distanza. Succede che l'appello di molti sindaci affinché Mario Draghi rimanga nel suo ruolo di Presidente del Consiglio è stato sottoscritto anche da sindaci di centrodestra. Tra questi anche Mario Pardini, da poche settimane eletto a Lucca dopo il ballottaggio con l'ex assessore uscente Francesco Raspini (Pd).
Pardini ha firmato l'appello ed è stato subito 'bacchettato' con un comunicato da Fratelli d'Italia Lucca. Nella coalizione che ha vinto al secondo turno figurano anche esponenti di Italexit, anche loro all'opposizione in Parlamento e favorevoli alle elezioni.
A pochi km di distanza, un altro sindaco di centrodestra eletto in Toscana tiene invece la linea del partito di Giorgia Meloni e sostiene la necessità del ritorno al voro. Lo dice Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia rieletto a queste ultime elezioni locali, che ha spiegato: "Io sono per andare al voto e riconosco a Draghi una profonda serietà, perché dal momento in cui ha costituito un governo di unità nazionale e uno degli appartenenti è venuto meno o ha cominciato con una serie di ricatti ha staccato la spina". Per Tomasi, "meglio misurarsi con gli elettori e con il voto, dare una maggioranza si spera il più stabile possibile, un'indicazione chiara e che tutte le forze politiche remino nella stessa direzione".
Tomasi ha dato anche un riflesso locale alla decisione di Draghi: "Vorrei anche ricordare - osserva ancora - che io sono in carica dal 2017 e questo è il quinto governo con cui mi confronto, quindi con ministri diversi, a volte dirigenti e funzionari differenti, strategie politiche completamente opposte. Quindi non ho capito dove starebbe la stabilità. La stabilità si dà con il voto, non permettendo a nessuna delle forze politiche un minuto dopo di ricattare di far cadere il governo e di cambiare le sue linee strategiche".