Rsa, appello a Giani: "Quinta ondata senza ristori, ora interventi urgenti"
Anche in queste settimane di ritorno alla normalità il virus non allenta la presa e le Rsa continuano a essere impegnate in prima linea per evitare contagi al proprio interno, difendendo la salute di assistiti e dipendenti. A questa nuova ondata, però, corrisponde un paradosso: dal 1° luglio sono azzerati i ristori previsti dalla Regione Toscana per le strutture, mentre proprio la necessità di prevenzione comporta a quest’ultime crescenti costi organizzativi, per materiali e dispositivi di protezione per operatori e anziani, per posti letto inoccupati in caso di isolamenti in regime di urgenza.
Il Coordinamento delle associazioni rappresentative delle Rsa toscane lancia un appello al presidente della giunta regionale, Eugenio Giani, chiedendo interventi immediati, innanzitutto risorse per sostenere la lotta al virus e, in generale, le politiche per gli anziani. Per illustrare la gravità della situazione in cui attualmente versa il sistema delle Rsa, segnato dall’aumento dell’inflazione, dai costi per l’approvvigionamento dell’energia e dalla necessità di definire nuove rette per salvaguardare servizi, assistenza e occupazione (14mila circa gli addetti del settore), il Coordinamento torna a chiedere inoltre a Giani un incontro, atteso fin dallo scorso dicembre e da allora sollecitato più volte.
Al momento, in particolare, le Rsa sono ancora tenute a gestire internamente eventuali focolai, con il supporto delle Unità di continuità assistenziale (Uca) che però, come denunciato dai sindacati medici, sono state drasticamente ridotte per numero e capacità operativa. L’appello alla Regione riguarda, dunque, una serie di problemi da tempo senza risposta, la cui soluzione è indispensabile per consentire alle strutture di continuare a fare la propria parte nella lotta al Covid-19 assicurando la creazione di nuclei di cure intermedie per l’assistenza di anziani contagiati in isolamento.
Tra le principali richieste del Coordinamento delle associazioni rappresentative delle Rsa toscane vi sono:
il riconoscimento dei maggiori costi sostenuti dalle Rsain questa fase, con il mantenimento dei 3 € al giorno per posto letto (volti all’acquisto di dispositivi di protezione e sanificazioni), oltre al 40% della quota sanitaria riconosciuta per posto vuoto per motivi sanitari. Si tratta di contributi insufficienti se messi in relazione con i costi esorbitanti sostenuti dalle strutture per la prevenzione e gestione dei contagi, ma comunque importanti, specie con il virus «galoppante» e una situazione ancor più compromessa dall’inflazione e da tariffe sanitarie sostanzialmente ferme da 11 anni;
un’adeguata presenza di personale, soprattutto infermieristico, che se necessario dovrebbe esser garantita anche dalle Asl. Occorre inoltre che il personale medico di queste ultime assicuri un monitoraggio costante ed eventualmente il ricovero ospedaliero nei casi più gravi di Covid-19;
il superamento delle distinzioni tra sintomatici e non sintomatici introdotte dalla delibera regionale 375/22e finalizzate solo al contenimento della spesa a carico dell’Asl: gli anziani con Covid-19 sono tutti
altamente contagiosi ed esposti a possibili repentini aggravamenti. Richiedono pertanto un elevato monitoraggio assistenziale, isolamento ed équipe dedicata con conseguenti costi aggiuntivi;
il mantenimento delle risorse per la residenzialità degli anziani, che invece la citata delibera 375/22 riduce mettendo a carico dei fondi per la non autosufficienza i costi per i ristori alle Rsa (che riguardano invece il Covid-19 e dunque un problema sanitario).
Fonte: Ufficio stampa