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Tignano Festival, saranno premiati Moni Ovadia e Stefano Liberti

Moni Ovadia

Gli appuntamenti di grande interesse culturale sono ormai di casa da anni al Tignano Festival. Le dediche all'Ambiente e alla Pace sono più che mai di attualità in una fase storica delicata come quella che stiamo vivendo. È seguendo questa strada maestra che giovedì 14 luglio alle 21.30 il Comitato Culturale Tignano conferirà il Premio Incontro tra i Popoli a Moni Ovadia. Nelle ultime tre edizioni il premio è andato ad Alganesh Fessaha nel 2017, a Valentino Giacomin nel 2018 e a Thomas Torelli nel 2019.

In tanti anni di impegno etico, civile, sociale e politico Moni Ovadia si è sempre schierato dalla parte dei più deboli, degli emarginati, degli esclusi. E' considerato uno dei più prestigiosi e popolari uomini di cultura e artisti della scena italiana. Attore, cantante, musicista, scrittore, ma soprattutto uno spirito libero che sa andare controcorrente e non ha paura di “provocare”. Per Ovadia non ci sono guerre giuste, popoli meritevoli dell'appoggio occidentale e altri di serie B che invece non sono degni di aiuto. Curdi, palestinesi, siriani o di qualsivoglia altra nazionalità, tutti gli uomini meritano la pace ed è a questo che i governi dovrebbero lavorare senza indugio e giustificazioni, senza essere asserviti alle lobby delle armi e degli interessi economici.

Nel suo modello di giustizia sociale restano imprescindibili sanità e istruzione pubbliche, pace, sviluppo massivo della cultura. Le questioni economiche devono venire dopo. L'incontro è a ingresso libero e sarà moderato da Gloria Germani e Tiziana Vigni. Ci sarà spazio anche per le domande del pubblico.

Venerdì 15, sempre alle 21.30, sarà conferito il Premio per l'Ambiente al giornalista Stefano Liberti. Nelle ultime quattro edizioni il premio è andato a Mauro Corona nel 2016, a Franco Berrino nel 2017, a Serge Latouche nel 2018 e a Stefano Mancuso nel 2019. Dalla siccità che colpisce il bacino padano al crollo del ghiacciaio della Marmolada, passando per l'aumento esponenziale degli eventi atmosferici estremi, l'Italia è nel pieno della crisi climatica. Il nostro Paese è un hotspot, un luogo dove gli effetti del surriscaldamento globale si vedono in modo particolarmente evidente. Eppure, manca ancora la consapevolezza da parte della politica e anche dei media della gravità della situazione in cui ci troviamo.

Stefano Liberti ha investigato nel libro "Terra bruciata" (Rizzoli, 2020) come i cambiamenti climatici stanno avendo impatti sul territorio italiano, dall'arco alpino alla Pianura padana, passando per Venezia e la Sicilia che sperimenta nuove coltivazioni tropicali. Un reportage in presa diretta che vuole lanciare un allarme, ma è anche un appello all'azione.

Stefano Liberti è giornalista, documentarista e regista, pubblica regolarmente inchieste e reportage su media nazionali e internazionali (Internazionale, l’Espresso, Le Monde diplomatique, Al Ja- zeera, El Pais semanal). Tra le sue opere: I signori del cibo; ll grande carrello; Terra bruciata. Come la crisi ambientale sta cambiando l’Italia e la nostra vita. Il suo ultimo film Soyalism è stato selezionato e premiato in festival di tutto il mondo. L'incontro è a ingresso libero e sarà moderato da Elisa Poggiali.

Fonte: Ufficio stampa

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