Dimissioni dipendenti pubblici, tra le cause per Uil la "bassa retribuzione. Serve una svolta"
Finalmente anche i mass media si sono resi conto di quanto, oggi, un posto da dipendente pubblico non abbia più l'appeal che aveva qualche anno fa. E così, quotidiani nazionali e locali si interrogano sul perché di questa emorragia di risorse, spesso neoassunte, dalla Pubblica Amministrazione. Oltre a porci domande, per quanto legittime, noi siamo riusciti anche a darci anche qualche risposta, chiedendo ai diretti interessati quali fossero i motivi che li spingevano lontani da quello che per anni è stato visto da molti come un punto d'arrivo invidiabile. Dalla nostra analisi le cause di queste scelte sono da ricercarsi principalmente nella retribuzione non all'altezza delle responsabilità assunte, dalla scarsa flessibilità dalla quale sono legati gli enti e dalla mancanza di un sistema di welfare adeguato.
Oggi, purtroppo, su questi aspetti, un posto di lavoro pubblico non può lontanamente competere con un impiego privato. Il Paese chiede uno scatto in avanti alle Pubbliche Amministrazioni; noi, come orgogliosi dipendenti pubblici prima, come sindacalisti poi e, soprattutto, come cittadini, vogliamo che il lavoratore pubblico torni al centro del sistema-Paese. Una vera ripresa economica e sociale passa indiscutibilmente da una Pubblica Amministrazione efficace ed efficiente; per ottenere questo risultato abbiamo bisogno di lavoratori motivati, sereni e soddisfatti, dobbiamo trattenere le nostre eccellenze e essere attrattivi per nuovi, brillanti, colleghi. Invece, ancora una volta, milioni di lavoratori continuano a lavorare con contratti scaduti da anni, con retribuzioni ferme da decenni e con la spada di Damocle di un'opinione pubblica che spesso li mette alla berlina...
Anche il blocco delle assunzioni degli scorsi anni ha portato a questa situazione e ciò deve servire da monito alla classe politica: mai più dovranno essere impediti i concorsi pubblici. Mai più dovranno essere stabilite umilianti percentuali di turn over basate su non meglio precisati dati economico-finanziari (fra l'altro uguali per tutti, enti virtuosi e non)! Negli ultimi anni, gli organici degli enti pubblici sono diminuiti drasticamente, ma i servizi erogati sono rimasti gli stessi e, spesso, sono aumentati (basti pensare alla Sanità e agli anni della pandemia) quanto a numero e qualità.
Noi siamo pronti a fare la nostra parte. I politici di ogni ordine e grado, vogliono esserci vicini in questa nostra battaglia a sostegno del Paese?
Flavio Gambini, Segretario Generale Uil Fpl Toscana Centro