Si traveste da donna per incendiare il citofono alla sede Lega, perquisito anarchico
Questa mattina la polizia di Firenze, su delega della DDA della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, ha eseguito una perquisizione nei confronti di un cittadino italiano del 1985 residente in questo capoluogo, legato agli ambienti anarco-insurrezionalisti locali - da sempre avversi alle ideologie dei partiti di destra, che già portarono ad attacchi alle relative sedi – nei confronti del quale sono emersi indizi relativi al danneggiamento seguito da incendio della pulsantiera del citofono della sede del partito Politico Lega Salvini-Premier in viale Corsica, a Firenze, che saranno vagliati nella fase delle indagini preliminari.
Ad eseguire la perquisizione gli investigatori della DIGOS di Firenze che sono risaliti al presunto autore del danneggiamento, avvenuto nella serata dello scorso 30 giugno, grazie ad una capillare raccolta e successiva analisi delle immagini videoregistrate delle telecamere cittadine, oltreché ad un minuzioso lavoro sul campo degli uomini della Polizia di Stato, che ha corroborato l’ipotesi investigativa, grazie anche alla raccolta di informazioni rese da alcuni testimoni rintracciati nelle ore successive al fatto.
Tutto questo ha permesso una ricostruzione dettagliata non solo del reato, ma anche degli spostamenti del soggetto, nei minuti antecedenti e successivi all’incendio.
Dalle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza cittadina, la Digos di Firenze, con il supporto del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Firenze, ha proceduto ad un puntuale raffronto dei dettagli e dei particolari dell’uomo e del suo abbigliamento, in ordine al quale è stato possibile giungere al riconoscimento del presunto autore del reato, sebbene, durante le fasi dell’azione, la stessa persona indossasse abiti e trucco tipicamente femminili.
L’attività delegata ha portato al sequestro dell’abbigliamento e delle calzature ritenute utilizzate durante la commissione del reato, nonché del cellulare in uso all’indiziato che sarebbe stato utilizzato dal medesimo per fotografare l’attività delittuosa. Tale materiale sarà oggetto di analisi tecnico-investigativa.