GoBlog - Marco Mainardi
Eterno Ghizza, goditi questa medaglia d'oro
Domenica scorsa una medaglia d'Oro europea pendeva al collo di un empolese. Nella Nazionale di basket over 40 che ha vinto il titolo continentale a Malaga c'era infatti anche Alessandro Ghizzani e la notizia, al di là della parte più strettamente sportiva che travalica l'ambito empolese, merita qualche breve considerazione.
Iniziamo dalla presentazione. Per chi non lo conoscesse, visto che non gioca a calcio ed è quindi figlio di uno sport minore, è un empolese che ha svolto tutta la sua lunga carriera all'Use, iniziando dal minibasket ed arrivando poi alla prima squadra, lasciata giocoforza al momento del suo ingresso nel corpo dei vigili del fuoco.
Cresciuto in quella scuola di basket e di vita che è stata l'Use di Marcello Billeri ed Ademaro Lombardi a fine anni '90 assieme ad un gruppo tutto empolese che ha fatto da muro maestro della casa biancorossa per oltre dieci anni (i vari fratelli Gelli, Fontani, Pozzolini, Stefanelli, Ammannati, Mazzoni, ormai alla fine della sua splendida carriera e Rosselli in procinto di iniziarla) ha vissuto poi da protagonista gli anni del boom della pallacanestro maschile di via Martini: l'arrivo di coach Da Prato, la conquista della promozione in serie B, la Coppa Italia a Milano e le tre finali, purtroppo perse.
Ghizza c'era, eccome se c'era, e c'è stato fino a che ha dovuto fare del basket la sua seconda attività calandosi a quel punto con la consuetà umiltà e disponibilità nei panni del giocatore esperto pronto a mettersi a servizio dei tanti giovani che con lui hanno giocato nella squadra del Biancorosso impegnata in serie C Silver e che da lui hanno capito cosa vuol dire fare sport e vestire la maglia biancorossa.
Ma, nel suo caso, il punto non è nè la carriera, nè i punti fatti, nè cosa ha vinto. Quando si parla del Ghizza si parla di ben altro, di un esempio, di quel qualcosa che rende lo sport una vera e propria scuola di vita. Non è infatti facile trovare un giocatore con doti di sportività e correttezza come lui. Un atleta che ha interpretato il basket in un certo modo, con quei valori che hanno fatto da base a tutto quel gruppo cui accennavamo sopra: arrivare al risultato lavorando duramente in palestra, sentire addosso la maglia, lealtà, rispetto dell'avversario, esempio per i più giovani.
Si può scrivere senza paura di essere smentiti che Alessandro sia stimato e rispettato da qualunque avversario o tifoseria di ogni posto nel quale è andato a giocare, dalla serie B dove ha militato per moltissimi anni alla C Silver. Raro, forse impossibile, sentire un'offesa verso di lui, nemmeno in palazzetti accesi quando l'Use giocava per obiettivi ambiziosi ed il clima non era dei più amichevoli.
Meraviglia che nella galleria dei premi del mondo dello sport che vengono dati qui a Empoli non si sia mai fatto il suo nome. Nella speranza che questa lacuna venga colmata quanto prima, approfittiamo di quella bella medaglia d'oro al collo per ricordare quello che ha significato e significa ancora oggi nella storia dell'Use e dello sport empolese.
Complimenti eterno Ghizza, al prossimo traguardo. Mica vorrai smettere proprio ora che finalmente hai vinto una finale e sei addiritura campione europeo?
Marco Mainardi