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Mostro di Firenze, il legale dei familiari delle vittime: "Avocare l'indagine"

Nuovo capitolo nella storia giudiziaria senza fine del Mostro di Firenze. L'avvocato Valter Biscotti, del foro di Perugia, ha chiesto alla Procura generale di Firenze l'avocazione delle indagini. Biscotti è legale della figlia di Nadine Mauriot, uccisa nel settembre 1985 assieme al compagno a Scopeti (San Casciano in Val di Pesa).

L'avvocato avrebbe chiesto l'avocazione perché "negli atti del processo a Pietro Pacciani e in quello sui 'compagni di merende' c'è la chiave per la soluzione del caso". La richiesta è stata depositata nella mattinata di oggi, mercoledì 28 giugno.

"Alla luce di quanto accaduto a seguito di alcune decisioni della procura di Firenze che di fatto impedisce ai difensori delle persone offese di svolgere indagini difensive relative agli otto duplici omicidi siamo costretti ad agire di conseguenza - sono le parole di Biscotti - sussistono tutti i requisiti di legge per chiedere l'avocazione prevista dall'articolo 412 del codice di procedura penale".

In una nota, l'avvocato parla di "fuga di notizie sulle relazioni Minervini, di mancate risposte alle legittime istanze dei difensori, di accesso agli atti di processi definiti con sentenze dibattimentali da più di venti anni, di violazione dei termini di durata previsti dall'art. 407, di violazione degli adempimenti imposti dall'art. 407 comma 3 bis cpp e di mancata messa a disposizione della Corte di assise degli atti del fascicolo per il dibattimento del processo Pacciani nella loro integrità e completezza"

A marzo i legali dei parenti di Mauriot e del compagno Jean Michel Kraveichvili, e di Carmela De Nuccio (uccisa a Scandicci nel 1981) avevano chiesto la riapertura dell'inchiesta. In quel modo sarebbe stato consentito alle parti offese l'accesso agli atti di indagine sui delitti del Mostro.

"Poiché ritengo discutibilissimi gli esiti di quei processi ho la sensazione che ci vogliono impedire di accedere a quegli atti. Si pensi solo alla storia del proiettile trovato nel giardino di Pacciani. Una perizia (Minervini) mette in forte discussione 'il ritrovamento'. Noi vogliamo vedere tutti gli atti perché li c'è la verità degli otto duplici omicidi. Verità a mio giudizio che non ha nulla a che vedere con istruttorie e sentenze fino ad ora conosciute" chiude Biscotti.

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