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Sul Monte Grappa, venti anni dopo il gruppo Empoli vecchio di nuovo in bici

E’ una storia di passione e di amicizia, le cose che non fanno sentire né il passare degli anni nè la fatica. Una storia lunga venti anni, vissuta fra tante vette da scalare su due ruote per poi tornare alla base della casa del popolo di Santa Maria a raccontarsi a veglia, davanti ad un caffè o ad un amaro, aneddoti dell’ultima gita fatta e ricordi di quelle passate.

Protagonisti sono gli appassionati del gruppo ciclistico Empoli vecchio, uno dei più datati ed un tempo numerosi del circondario, un nome che richiama subito a Santa Maria, in quella casa del popolo in cui tutto è iniziato e prosegue insensibile agli anni ed ai tempi che cambiano. La polisportiva nasce proprio lì, all’inizio assieme al calcio che poi si sposta nei nuovi campi adiacenti alla Coop mentre il ciclismo non lascia mai via Livornese dove, ancora oggi, batte il suo cuore.

Franco Arrighi e Guglielmo Cantini, anche se non pedalano più, sono da venti anni la scintilla che accende la tradizionale gita che, in questo fine settimana, ha portato il gruppo sulle pendici di un monte che profuma di storia come il Grappa.

“Era l’anno 2001 quando un gruppo di amici appassionati delle due ruote decise di dar vita ad una tre giorni alla scoperta di nuovi paesaggi – raccontano con una punta di nostalgia - tanto è stato il successo che ogni anno, l’ultimo fine settimana di giugno, questa tradizione si è rinnovata e siamo andati con le nostre bici a giro per l’Italia, dalla prima volta all’isola d’Elba passando poi per Cesenatico, Pordoi, Desenzano, Bormio, Cortina, Brunico, Levico, Ponte di Legno, Pozza di Fassa, Boario, Rieti ed altre vette”.

Poi arriva lo stop causa pandemia ma, non appena spunta la possibilità, ecco che il gruppo è pronto a cercare sulla carta una nuova vetta da scalare. Si riparte per il Veneto, Bassano del Grappa, sacrario sul monte: hotel prenotato, pranzo della domenica offerto, bici nel bagagliaio del bus, sorrisi e via.

E’ la gita numero 20, quella che segna la ripartenza dopo la pandemia, quella che merita una bottiglia di vino con etichetta dedicata, quella che consente a chi mantiene viva questa bella tradizione di fermare il tempo e godersi tre giorni nei quali la fatica di pedalare in salita passa in secondo piano davanti al piacere di stare insieme.

Sul petto sempre quei colori giallo e blù che identificano Santa Maria e che, giusto per fare un accenno alla storia d’Empoli tanto cara a Franco Arrighi, trovano la loro origine nello stemma della famiglia fiorentina Adimari che, nel 1483, donò ai frati minori osservanti dell’ordine francescano la terra per la costruzione del convento di Santa Maria.

Franco e Guglielmo le hanno fatte tutte queste gite e, seppur ormai abbiano smesso di pedalare, erano pure sul Grappa dove, davvero, non potevano mancare. Nel ricordare chi purtroppo non c’è più, nello staccare dai muri per mostrare con orgoglio foto di vecchie gite, rivolgono un grazie a tutti coloro che con la loro partecipazione hanno contribuito negli anni alla riuscita di questa iniziativa. Un grazie ricambiato da tutti quelli che sono saliti su quel pullman, presi per mano da loro due.

La storia va avanti: alla prossima vetta, ad una nuova pedalata, al prossimo caffè al circolo a raccontare l’ennesimo aneddoto. Ma ti ricordi quella volta che?

Marco Mainardi

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